Due icone del calcio italiano si ritrovano a Dubai: tra panel internazionali, risate fuori programma e un momento musicale che dice molto più di mille statistiche.
Dubai: un palcoscenico che sorprende
A Dubai c’è sempre un palcoscenico che sorprende. Questa volta tocca a due volti che non hanno bisogno di presentazioni: Francesco Totti e Roberto Baggio. Invitati a un appuntamento indicato come “World Sports Summit”, hanno portato nel Golfo un pezzo di storia del nostro calcio. L’agenda, come spesso accade in queste cornici, mescola incontri su investimenti, nuove tecnologie e racconti di spogliatoio. Le istituzioni locali, dal Dubai Sports Council ai promotori privati, puntano da anni su eventi di alto profilo.
Due leggende del calcio italiano
Ma l’incontro tra queste due leggende ha un peso che va oltre la foto di rito. Totti, campione del mondo 2006, 250 gol in Serie A con un’unica maglia, la Roma. Baggio, Pallone d’Oro 1993, 205 reti in Serie A, 27 con la Nazionale, un talento capace di emozionare a prescindere dal colore della casacca. Due stili opposti e complementari: l’arguzia romana e il pudore gentile, lo strappo in dribbling e la carezza al pallone. Vederli insieme in un contesto internazionale racconta la continuità del brand “Italia” nello sport: tecnica, cultura, memoria.
Un momento di karaoke che ha spiazzato tutti
Durante una cena informale legata al Summit, i due ex fuoriclasse hanno condiviso un momento di karaoke che ha spiazzato tutti. La scelta della canzone? “’O Sarracino”, classico di Renato Carosone. Un brano napoletano, solare, internazionale nel ritmo. Totti ha giocato con l’ironia. Ha tenuto il tempo con naturalezza, ha alzato il microfono come fosse un cucchiaio dal dischetto. Baggio ha accompagnato con misura, sorriso limpido, cenni del capo a seguire il ritornello. Attorno, ospiti e addetti ai lavori hanno battuto le mani, qualcuno ha ripreso il ritornello.
Il carisma non finisce con il fischio finale
Quell’interpretazione ha avuto un effetto semplice e potente. Ha riunito in pochi minuti le anime di chi era in sala: manager, tecnici, ex atleti, curiosi. Ha portato un pezzo di Sud nel cuore del Medio Oriente. E ha ricordato che l’identità sportiva è anche cultura pop, memoria condivisa, lingua comune. In trasparenza si legge un messaggio: il carisma non finisce con il fischio finale. Si trasforma.
Progetti futuri?
Hanno parlato anche di progetti? Possibile, ma non ci sono note ufficiali su nuove iniziative comuni. Esistono, queste sì documentate, le strade individuali. Totti è stato Ambassador UNICEF e investe in academy e consulenza sportiva. Baggio ha sostenuto negli anni cause umanitarie ed è stato Goodwill Ambassador della FAO. Due traiettorie che intrecciano campo e responsabilità.
Una melodia a fare gioco di squadra
Cosa resta da portare a casa? Forse l’immagine di due campioni che, lontani dalle luci degli stadi, cantano una canzone che attraversa generazioni. In un mondo che chiede sempre numeri, non è salutare, ogni tanto, lasciare che sia una melodia a fare gioco di squadra?





