L’orco contro l’orso sembra il titolo di un film: non lo sarà domenica sera, quando Bonera, alla prima da head coach, affronterà l’esame Gattuso. Con Pioli a casa
Non ce ne voglia Daniele Bonera, se l’immagine che abbiamo di lui è quella di un orso. In tanti anni di carriera non ha mai fatto una polemica, mai avuto un atteggiamento sopra le righe. Ricorda un po’ un orso, di quelli buoni però, pronto ad aggredire se serve (da roccioso difensore), teso a proteggere ciò che ama. Bonera è un orso rossonero, tinto di quei colori che ha amato da sempre, fin da bambino aveva il Milan nel cuore. Quei colori per i quali ha rinunciato a squadre dove sarebbe stato potuto esser titolare inamovibile, colori nei quali si è rituffato dopo l’immersione nel Mediterraneo con il sottomarino giallo del Villarreal. Bonera non è come Gattuso. Anche Ringhio è stato tinto di rossonero, ma Gattuso è un orco. Come lo ha definito Lozano in una recente intervista: “È molto diretto e quando si arrabbia diventa un orco”, ha detto l’attaccante del Napoli, spiegando che bisogna saper prendere le misure dell’orco. Per questo che la gara del San Paolo domenica sera sarà l’orco contro l’orso. Un’emozione in più per Bonera che per la prima volta sarà capo-allenatore causa Covid che ha colpito Pioli ed il suo vice Murelli.
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Dopo la positività del primo e del vice allenatore del Milan, Bonera si è trovato proiettato a fare da head coach prima a Milanello. Pioli gli ha lasciato carta bianca, salvo intervenire solo nelle ultime ore e poi al San Paolo. Tutto questo per Bonera è possibile grazie ad un Comunicato Ufficiale apparso nella serata del 15 settembre scorso sul portale della FIGC a firma di un altro ex rossonero, Demetrio Albertini, Presidente del Settore Tecnico della Federazione. Perché mentre tutti parlavano dell’esame di Pirlo, mentre qualcuno si accorgeva di Vincenzo Italiano, ma anche di Cristian Chivu e Luca Toni, come nel suo stile, Bonera conseguiva l’abilitazione ad allenatore Uefa Pro, al pari degli ex calciatori menzionati e di tanti altri. Questa abilitazione gli consente, già da ora, di prendere le redini di una squadra di Serie A. E lo farà, appunto domenica, contro Gattuso, con il quale ha condiviso gioie e dolori in rossonero, dal 2006 al 2012, in un percorso che li ha portati entrambi ad esser simboli del milanismo.
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