Inter-Bologna è messa in discesa dall’ennesima giocata di Lukaku: il belga è all’apice della sua carriera e darà lo scudetto a Conte
Ancora un gol, come fa lui: devastando il malcapitato difensore avversario (nel caso Tomiyasu, rimasto giù per qualche secondo prima di riprendersi dall’impatto col treno in corsa). Inter-Bologna è ancora una volta nel segno di Lukaku, di uno che trascina, di un leader tecnico straordinario, del miglior giocatore al mondo (in questo momento) per la capacità di usare il fisico a servizio della tecnica.
Il gol del vantaggio contro i felsinei è un condensato di tutti gli aspetti che abbiamo menzionato, è la capacità dell’Inter di partire sempre in vantaggio, sempre con quella spinta dirimente in un campionato che, in quasi tutte le squadre, non riesce ad esprimere una fisicità da opporre allo strapotere di Lukaku.
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Dal titolo del paragrafo si potrebbe desumere un elogio al miele per qualche comportamento in campo, ad esempio, di incitamento ai compagni. No: in questo caso, c’è da menzionare l’episodio del minuto 33, quello dove è stato bravo Skorupski, ma con Lukaku che non ha avuto il giusto killer instict in un contropiede che avrebbe potuto già serrare il match.
Anche in questo caso, però, ci sono tanti elementi da mettere in evidenza: il recupero palla, il posizionamento difensivo preventivo, la forza nella corsa per la ripartenza. Non lo tieni Romelu, non lo tieni. Antonio Conte se lo coccola perché è ben consapevole che attraverso i suoi colpi potrà arrivare allo scudetto, attraverso Lukaku potrà agguantare il Milan di Ibra e spezzare il dominio della Juve di CR7.
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