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Locatelli, dall’addio al Milan in lacrime alla doppietta in Nazionale

Scritto da
William Scuotto

Locatelli è stato l’eroe della gara vinta dall’Italia contro la Svizzera, ma per lui non è stato tutto rose e fiori.

Il calcio è una metafora della vita. E così come nella vita anche nel calcio ci sono continui e incredibili up and down che caratterizzano e modificano l’esistenza di ognuno noi. Manuel Locatelli è il classico esempio di queste continue montagne russe che può far vivere il mondo del calcio.

Cosa può provare un ragazzo di 23 anni nel segnare una doppietta con la maglia della propria nazionale nello stadio di casa? Forse, non ci sono parole per descrivere quegli attimi, forse neanche lo stesso Locatelli è riusciato a spiegarselo. Quando si pensa ad un calciatore, si pensa ad una figura ricca e prepotente, ma Locatelli è il classico bravo ragazzo che ha sempre amato giocare a calcio: mai una parola fuori posto, mai una polemica, mai un comportamento oltre le righe.

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Mancini dà la mano a Locatelli (Getty Images)

Le montagne russe di Manuel Locatelli

Nonostante la giovane età, Locatelli ha già vissuto vari ‘up and down’ all’interno della propria carriera. Il giocatore del Sassuolo ha iniziato a dare primi calci con la maglia dell’Atalanta, ma già ad 11 anni il Milan lo preleva dalla squadra nerazzurra. Esordisce nel calcio dei grandi a 17 anni e neanche ventenne realizza un bellissimo gol a Buffon in un Milan-Juventus.

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Un inizio di carriera folgorante, ma da lì iniziano i problemi. Per nessuno è facile giocare al San Siro, figurarsi quando sei solo un ‘ragazzino’. Arrivano le prime prestazioni deludenti, le prime critiche. Dopo appena un’altra stagione, giunge il momento dell’addio alla propria squadra del cuore: la cessione al Sassuolo nel 2018.

Il calciatore ha sofferto tanto per quell’addio, in una recente intervista ha anche affermato di aver pianto dopo aver saputo di lasciare il Milan. Locatelli sembrava l’ennesimo giovane di belle speranze destinato a perdersi, ma a volte la provincia può fare autentici miracoli.

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Il Sassuolo di De Zerbi ha sempre giocato un gran calcio che ha esaltato le caratteristiche dei propri calciatori. Locatelli non si è perso d’animo e partita dopo partita, passaggio dopo passaggio, corsa dopo corsa, contrasto dopo contrasto, è ritornato ad altissimi livelli e a guadagnarsi la convocazione in Nazionale.

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Manuel Locatelli (Getty Images)

Locatelli come tanti giovani in Italia

Come affermano quelli bravi: “Il resto è storia“, ma sarebbe una frase troppo riduttiva che non spiegherebbe tutto quello che c’è dietro alla vita di un giovane calciatore balzato agli occhi della cronaca in un battito di ciglia: gli allenamenti, le critiche subite e l’idea di non farcela. Locatelli è l’esempio che in Italia, e nel mondo del calcio in generale, il giovane è sempre trattato come carne da macello.

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Nel nostro bel paese non si dà mai tempo al giovane di formarsi o di maturare. Il giovane italiano viene continuamente pervaso da continui stage o, se si parla ancora in lingua calcistica, da continui prestiti in squadre minori. Tutto è così veloce, tutto è così superficiale, tutto è così vuoto, tutto è così snervante che poi non ci lamentiamo se l’Italia è tra le prime nazioni dove ci sono più cercelli in fuga.

 

 

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