La clamorosa mossa a cui pensa il Napoli contro il razzismo

S’attende oggi la sentenza del giudice sportivo riguardo ai fatti di Firenze, agli insulti razzisti subiti da Koulibaly, Anguissa e Osimhen.

Fermarsi e non giocare più se dovesse accadere a gara in corso. Il Napoli a Firenze ha detto basta al razzismo, ne ha parlato anche con gli ispettori della Procura Federale.

La ferita per quanto accaduto nello spogliatoio c’è, Kalidou Koulibaly ha goduto della solidarietà di tutto il mondo del calcio. Sui social in tanti hanno prodotto messaggi a suo favore, anche qualche club come per esempio l’Inter.

L’episodio subito soprattutto da Koulibaly, però, c’è nei ricordi e nei sentimenti di tutta e il Napoli pensa ad una clamorosa mossa per il futuro. Se dagli spalti dovessero provenire cori o ululati razzisti, il Napoli potrebbe anche decidere di fermarsi e non giocare più.

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Koulibaly e Osimhen s'abbracciano
Osimhen e Koulibaly (Getty Images)

Ci sono i precedenti: le sospensioni per razzismo di Irrati e Gavillucci

Due gare del Napoli negli anni scorsi sono state interrotte per razzismo. A febbraio del 2016 all’Olimpico durante Lazio-Napoli Koulibaly viene costantemente beccato con espressioni razziste, ululati e insulti del più misero background da cavernicoli.

Dopo che l’annuncio via speaker fu ignorato, Irrati fermò il gioco, era disposto ad andare avanti anche fino allo stop definitivo, ipotesi scongiurata su indicazione del responsabile dell’ordine pubblico.

Oltre agli ignobili insulti a fine partita nei confronti di Koulibaly, Anguissa e Osimhen, al Franchi hanno intonato i cori di discriminazione territoriale contro Napoli e i napoletani, una cattiva e disgustosa abitudine.

Il 13 maggio 2018 si gioca a Marassi Sampdoria-Napoli, l’arbitro Gavillucci realizza un gesto storico. Dalla Gradinata Sud i cori contro Napoli e i napoletani sono frequenti, Sarri chiede al quarto uomo di fermare la partita.

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Dopo gli inascoltati annunci dello speaker, Gavillucci interruppe la gara per cinque minuti, dovette intervenire il presidente Ferrero per calmare la sua tifoseria.

Quello di Gavillucci fu un gesto clamoroso, come ha raccontato il direttore di gara nel suo libro neanche Insigne ci credeva a quanto stesse accadendo.

Nessun arbitro ha seguito l’esempio di Gavillucci nel corso degli anni ma il Napoli a Firenze ha espresso tutto il suo malcontento ed è disposto anche a fermarsi e non giocare se dovessero arrivare dagli spalti a partita in corso insulti razzisti.