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Il (quasi) fallimento di PES ha un impatto anche sulla Serie A

Scritto da
Giancarlo Di Stadio

L’ex PES ha avuto un lancio disastroso e verrà sistemato nel 2022 inoltrato. Juventus, Roma e altre big avevano firmato un’esclusiva con Konami e ora restano al palo.

Il mondo si divide in Coca-Cola contro Pepsi, Apple contro Android, PlayStation contro Xbox e, almeno fino a poco tempo fa, FIFA contro PES. Chi, dal semplice appassionato di calcio fino al nerd più incallito, non è mai stato coinvolto nella domanda: FIFA o PES? La sfida che si rinnovava ogni settembre tra il gameplay frenetico di FIFA e quello ragionato di PES era un appuntamento fisso per gli appassionati. Almeno fino ad oggi.

Per farla breve: PES non esiste più. La Konami, la software house del fu PES, in un’operazione di rinnovamento l’ha sostituito con eFootball, cambiando anche il modello di business. Da uscita annuale, come FIFA, a gioco-base free-to-play con aggiunte a pagamento. Una scelta coraggiosa che però, alla prova dei fatti, si è rivelata un disastro.

Tutto ciò che poteva essere sbagliato a livello di programmazione è stato sbagliato, costringendo la Konami a rinviare alla prossima primavera l’uscita di una versione stabile. Ciò significa che, a parte la nicchia di Football Manager, nel mondo videoludico calcistico al momento c’è una situazione di monopolio: tutto in mano a FIFA 22.

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Joypad PS4 (LaPresse)

Juventus, Roma, Lazio… e adesso?

La notizia, sulle prime, potrebbe non destare particolari riflessioni. In fondo è solo un videogioco, il calcio vero si gioca sul campo. Il problema è che negli ultimi anni molte squadre, soprattutto italiane, hanno ceduto i loro diritti a Konami. Per il 2022 Juventus, Roma, Lazio e Atalanta avevano firmato accordi esclusivi per apparire, con loghi e divise ufficiali, solo su eFootball. Nel 2023 anche il Napoli, il cui training center è sponsorizzato proprio Konami, avrebbe dovuto seguire la stessa strada.

Per queste squadre si tratta di un grandissimo danno d’immagine in quanto, almeno fino alla prossima primavera, cioè a stagione quasi finita, il loro brand non figurerà in nessun videogioco “giocabile”. Con tutto quello che questo mondo si porta dietro: niente youtuber, niente circuiti competitivi, niente eventi speciali in-game.

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Per non parlare della Serie B. Il secondo campionato italiano ha ceduto la totale esclusiva del torneo a Konami. Su FIFA non esiste una seconda divisione italiana, nemmeno con squadre customizzabili. Per un campionato che non ha il giro di entrate della A e per cui gli eSports possono essere un volano di guadagni e di immagine, si tratta di un vero e proprio disastro anche in ottica di una crescita del marchio nel breve-medio termine.

Torino FC eSports Cup (LaPresse)

La “lezione” di PES e il peso del calcio virtuale

Naturalmente Konami non lascerà morire uno dei suoi principali asset. Certamente il gioco verrà sistemato e per la primavera si avrà un prodotto rifinito e giocabile. Resta però una doppia riflessione. Da una parte già citato danno materiale. Dall’altra la sempre più stretta dipendenza del calcio da mondi che, fino a qualche anno fa, sembravano secondari. Nel pallone moderno e globalizzato, che rincorre la Gen Z e lo stadio virtuale, anche un lavoro sbagliato di programmatori giapponesi può rivelarsi un danno da diversi zeri per i top club europei.

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