Emergono importanti dettagli sul prestito che l’Inter deve restituire a Oaktree e che potrebbe cambiare il futuro del club nerazzurro.
Mentre insegue il secondo Scudetto consecutivo, impresa possibile nonostante i sanguinosi addii estivi di Conte, Hakimi e Lukaku, l’Inter deve fare i conti con numerose questioni di natura economica sia a breve che nel medio-lungo termine.
Tra queste un maxi-bond del valore di 425 milioni, che come riportato dal Sole 24 Ore sarà studiato con Goldman Sachs e la consulenza di Rothschild. Servirà a rifinanziare le emissioni in scadenza il prossimo 31 dicembre e la linea di credito da 50 milioni con la stessa Goldman Sachs.
A tenere banco è però soprattutto la questione legata al prestito ottenuto la scorsa estate dal fondo Oaktree e che è stato seguito da alcune cessioni eccellenti. Un debito che potrebbe cambiare il futuro del club.
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Il finanziamento di 275 milioni di euro ricevuto la scorsa estate dal fondo Oaktree viene definito in gergo Pik (Payment in kind) e dovrà essere restituito in tre anni con un tasso d’interesse superiore al 10%.
In pratica la somma viene accumulata nel tempo fino al momento del pagamento. Gli interessi si accumulano di anno in anno e vengono ricalcolati sul montante. “La somma lievita prima a 302,5 milioni, quindi al successivo ricalcolo arriva a 332,75 milioni e poi a 366…” e così via, riassume il quotidiano specializzato in economia.
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Ma cosa accade se al termine dei tre anni la proprietà non riuscirà a restituire il debito accumulato? A questo punto si prospetterebbe una situazione simile a quanto già successo con il Milan, Yonghong Li e il fondo Elliott. Se la famiglia Zhang non riuscisse a onorare i pagamenti, Oaktree entrerebbe in possesso dell’Inter. Un’eventualità dunque che con un calcio che regge su equilibri economici sempre più fragili non può essere scartata.
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