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“Avevo sedici anni, e con i napoletani…”: Genoa, Blessin spiazza i tifosi

Scritto da
Christian Calemme

Genoa, il tecnico Blessin svela un interessante aneddoto del suo passato da appassionato di calcio. E c’è anche il Napoli di Diego Armando Maradona.

Alexander Blessin non si trattiene. Tra le rivelazioni di questa stagione in Serie A, l’ex attaccante tedesco, subentrato nel Genoa al posto di Shevchenko il 19 gennaio, ha rivelato un’interessante vicenda del suo passato da tifoso.

Alexander Blessin (Lapresse)

L'”invincibile” Blessin è autore con il suo Grifone di una curiosa ma solida striscia di risultati che gli sta valendo crescenti consensi tra gli allenatori. Parliamo di una serie di addirittura sette pareggi consecutivi, rotta infine dall’ottavo match con il Torino che è valso l’agognata e ricercata vittoria in chiave salvezza. Ciò che più ha sorpreso di questo rendimento è un’ambivalente ed agrodolce statistica, riguardante i gol fatti e quelli subiti.

In otto partite, che sono da considerare comunque otto risultati utili consecutivi, sono solo due i gol incassati, ma anche pochi i gol fatti. Solo tre. Un bottino che attesta una impressionante solidità difensiva (dimostrata anche nel match contro l’Inter) ma, al contempo, qualche miglioria da dover apportare nella fase offensiva. Il Genoa è penultimo in classifica a -3 dal Cagliari quartultimo. Deve necessariamente provare a spingere al massimo per tentare l’impresa in queste restanti giornate di Serie A.

Riguardo alla passione di Blessin per il calcio c’è un interessante evento che desterà simpatia e interesse da parte dei tifosi del Napoli.

I tifosi del Napoli sventolano una bandiera in onore di Maradona (Lapresse)

Blessin racconta quella notte tra i tifosi del Napoli: “Ora cade tutto”

Blessin, allenatore rivelazione di questa Serie A approdato dall’Ostenda al Genoa, si è trovato tra i napoletani. In che circostanza? La finale dell’allora Coppa Uefa tra Napoli e Stoccarda. La formula prevedeva due match. Un match di andata, giocato a Napoli e vinto dai partenopei per 2-1, ed il ritorno in Germania, che finì 3-3.

Mi sono innamorato del calcio italiano quando ci fu quella partita”. Rivela il tecnico a Sportweek.

“Vidi la partita di ritorno, a Stoccarda, tra i napoletani. Non dimenticherò mai Maradona ed il suo riscaldamento. Era in grado di palleggiare con qualsiasi parte del corpo e la palla non cadeva”.

“Saltavano tutti, la tribuna tremava e pensavo che potesse cadere tutto all’improvviso. Incredibile. E in virtù della loro vittoria dell’andata, col pareggio vinsero la coppa. I napoletani iniziarono a ballare ‘porompomperoperò'”. L’ultimo dettaglio aggiunto dall’allenatore.

 

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