Un rebus il futuro di Ibra, che in passato aveva firmato con un’altra squadra di A: l’operazione, però, alla fine non andò in porto.
Il rientro è stato soft ma fondamentale. Dopo aver saltato le sfide contro il Torino ed il Genoa a causa di alcuni problemi al ginocchio, Zlatan Ibrahimovic ha fatto il proprio ritorno con la maglia del Milan in occasione della partita vinta ai danni della Lazio. Per lui solo 22 minuti in campo. Il tempo sufficiente, però, per risultare ancora una volta determinante per le sorti della squadra.
Porta infatti la sua firma l’assist che ha consentito a Sandro Tonali di segnare, in extremis, il gol del vantaggio. Una rete di fondamentale importanza, nella corsa verso lo scudetto, che ha consentito alla squadra di Stefano Pioli di restare in vetta alla classifica a 4 partite dalla fine del campionato. Ora i riflettori sono puntati sull’incontro con la Fiorentina: nell’occasione lo svedese partirà ancora dalla panchina, per poi entrare nella ripresa.
Ultime settimane da vivere intensamente, poi sarà tempo di sedersi intorno ad un tavolo insieme a Paolo Maldini per fare il punto della situazione e capire se esistono le condizioni per proseguire ancora insieme. Il contratto che lega l’attaccante al club, come noto, scade a giugno e fin qui le parti hanno preferito evitare di toccare l‘argomento rinviando il summit decisivo più in avanti. Il suo futuro resta quindi in dubbio.
Investcorp, stando a quanto emerso, vorrebbe che restasse un altro anno ma tutto dipenderà dall’esito del faccia a faccia tra Ibrahimovic e la dirigenza. Il ritiro resta un’opzione credibile e sono prossime allo zero le possibilità di vederlo in Serie A con un’altra squadra. Il Napoli, in passato, lo aveva cercato raggiungendo un accordo ma poi l’operazione non è andata in porto.
A rivelare i motivi che hanno impedito allo svedese di trasferirsi in città è stato il presidente Aurelio De Laurentiis, nel corso di un’intervista concessa a Dazn. “Avevamo già firmato tutto con Zlatan, l’accordo c’era. Poi venne esonerato Ancelotti e al suo posto arrivò Gattuso. Mi chiamò e mi disse: “Si fidi di me, non abbiamo bisogno di Ibrahimovic perché…”. E mi fidai”.
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