L’ex terzino, in Italia tra le altre pure con la maglia del Napoli, ha criticato ciò che avviene nel nostro Paese e si è espresso sulla Juventus
La Juventus ha riaperto il discorso per conquistare un piazzamento in Champions League nonostante la penalizzazione di quindici punti subita a gennaio e attende l’esito del ricorso per comprendere cosa sarà deciso in merito. La situazione rimane ancora nebulosa, inoltre il club bianconero aspetta di conoscere anche il suo destino in merito all’inchiesta Prisma, che avrà delle ripercussioni pure sul fronte sportivo.
Nel frattempo, in un’intervista concessa in esclusiva a ‘Notizie.com’, l’ex terzino austriaco Gyorgy Garics è stato molto duro nei confronti del calcio italiano. L’ex giocatore classe 1984, che si è ritirato a dicembre 2017 (ultima esperienza all’Imolese), durante la sua carriera italiana ha vestito inoltre le maglie di Napoli, Atalanta e Bologna. In totale, 185 presenze in massima serie con quattro reti e sette assist.
Gyorgy Garics è apparso abbastanza perentorio sul calcio italiano, alle prese nuovamente con la giustizia sportiva per il caso Juventus. Il futuro dei bianconero è appeso a ciò che si deciderà nell’aula del tribunale federale e nelle altre legate alla giustizia sportiva. L’ex terzino è perplesso: “In Italia succedono certe cose, calcioscommesse, plusvalenza ecc ecc perché chi sbaglia paga sempre poco. Penso in questo caso ad esempio a cosa sia successo a Hoeness del Bayern, che è andato in carcere, si è fatto i suoi anni e poi è uscito. Quando le conseguenze degli errori sono pesanti, di sbagli se ne commettono di meno. Stimo la Juventus per quello che ha vinto ma gli errori devono essere pagati”, ha continuato Garics in maniera secca e diretta.
L’ex calciatore austriaco ha poi parlato del ‘suo’ Napoli: “Il ko con il Milan cambia poco in vista del doppio confronto di Champions. Penso sia un grave errore sminuire il Napoli, si sta creando il quadro perfetto”.
Ha poi continuato: “Ricordo le manifestazioni e la rabbia estiva, oggi è facile giudicare. Tutto è sorprendentemente molto bello. Anche troppo per essere vero. Sembra la volta buona per coronare il sogno, che negli altri anni è sempre svanito. C’è naturalmente lo zampino di ds e allenatore. Spalletti, già con la gestione Totti, aveva mostrato di non avere paura di tagliare teste importanti. C’erano tanti beniamini in rosa con cui non si era arrivati allo scudetto. I vecchi ‘contorni’ della squadra sono i pilastri di oggi. La rivoluzione operata pure da Giuntoli ha funzionato. Le inseguitrici sembrano impietrite. Eccezionale anche il lavoro di De Laurentiis, malgrado tutti i suoi difetti”.
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