Nel caos Milan potrebbe sbucare a sorpresa Maurizio Sarri: quel “no” a dicembre e cosa potrebbe cambiare le carte in tavola
Il Milan sta attraversando uno dei momenti più delicati della sua storia recente. L’uscita dalla Champions League, contro un avversario alla portata, ha mandato in crisi un ambiente già fragile.
La sconfitta con il Torino e il ko con il Feyenoord, aggravati da errori clamorosi di due pilastri come Theo Hernandez e Maignan, hanno messo in luce un problema non solo tecnico, ma anche psicologico. Nemmeno il mercato invernale, con investimenti mirati, ha cambiato la rotta. Ma il vero punto interrogativo riguarda Sergio Conceiçao, l’allenatore chiamato a rianimare la squadra dopo l’esonero di Fonseca.
Eppure, da quando è arrivato, a parte la clamorosa vittoria in Supercoppa, la situazione è addirittura peggiorata. L’eliminazione in Europa è stata un colpo durissimo e ora il quarto posto è a serio rischio. Un fallimento che avrebbe ripercussioni pesanti per la società, sotto ogni punto di vista. Il problema principale sembra essere la mancanza di una vera identità di gioco, con una squadra che appare confusa, priva di certezze e incapace di gestire i momenti cruciali della stagione.
La situazione è in bilico e ogni partita potrebbe rappresentare il punto di svolta. Se Conceiçao dovesse inanellare qualche vittoria incoraggiante, potrebbe guadagnarsi la conferma almeno fino a giugno. In caso contrario, il Milan potrebbe decidere di cambiare già prima della fine del campionato.
E allora cosa accadrebbe? In questi casi ci sono due strade: una soluzione interna, con traghettatore magari dalle giovanili o un nuovo allenatore di grido che però ponga le basi per un progetto a lungo termine. E qui rientrerebbe improvvisamente in gioco il nome di Maurizio Sarri.
Riguardo Sarri c’è un retroscena da tenere in considerazione. Il tecnico toscano era già il preferito dopo l’addio di Fonseca, ma l’accordo non si è trovato per un nodo chiave: la durata del contratto. Il Milan aveva proposto un accordo fino a giugno, con un eventuale rinnovo basato sui risultati. Ma Sarri, da sempre allenatore da progetto, non ha voluto accettare un incarico ad orologeria.
L’indizio che riapre la questione arriva dallo stesso Sarri. In una recente intervista al Corriere della Sera, l’allenatore ha risposto a precisa domanda sul contratto da 6 mesi del Milan con queste parole: “Non rispondo, le dico solo che in generale ho ricevuto proposte formulate in maniera tale da non farmi vacillare“.
Facile leggere in questa dichiarazione un messaggio indiretto alla dirigenza rossonera: se il Milan dovesse cambiare strategia e proporgli un progetto più strutturato, le cose potrebbero essere diverse. Sarri ritiene da sempre che un ciclo, per potersi radicare in tranquillità, abbia bisogno di almeno 2 anni. Questa è sicuramente la conditio sine qua non per tornare in panchina, e per farlo al Milan.
Certo, l’idea di sedere l’ex allenatore di Napoli, Chelsea, Juve e Lazio sulla panchina stuzzica molto, ma non è l’unico nome in lista. Il sogno di Ibrahimovic resta sempre Antonio Conte, ma è una pista molto difficile, quindi ovvio valutare altre soluzioni di livello. Fra queste, ça va sans dire, c’è anche Sarri.
Il punto cruciale resta il quando. Il Milan attenderà la fine della stagione per una rivoluzione in panchina o prenderà una decisione drastica già nelle prossime settimane? Sarri, per ora, resta alla finestra, pronto a subentrare ma solo con le giuste garanzie.
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