Atalanta-Lecce prenderà il via tra pochi minuti: intanto monta la polemica per la decisione della Lega di far disputare il match. Il comunicato durissimo dei salentini
Che valore ha una maglia senza colori? Non è solo una questione simbolica. È una dichiarazione. Un gesto che urla silenziosamente, anche più di mille parole. È questo che ha scelto di fare il Lecce, dopo una settimana che ha lasciato ferite profonde.
Tutto è cominciato venerdì, quando la gara contro l’Atalanta è stata rinviata per la morte del fisioterapista Graziano Fiorita, scomparso improvvisamente mentre era in ritiro con la squadra. Un fulmine a ciel sereno, che ha stravolto gli animi e l’organizzazione. La Lega Serie A, però, ha deciso di recuperare la partita già oggi, domenica 27 aprile, trovando l’inevitabile opposizione del club salentino.
Non si trattava solo di tempo. Si trattava di rispetto. La società giallorossa aveva chiesto di posticipare la gara nei giorni successivi, lasciando almeno lo spazio per un rientro collettivo e per un saluto degno. Ma la Lega Calcio ha detto no. Un no secco, senza margini, che ha spinto il Lecce a valutare anche l’estrema ipotesi di non scendere in campo.
Una scelta che però sarebbe costata cara: sconfitta a tavolino e un punto di penalizzazione in classifica. Così, dopo ore di riflessione, si è deciso di giocare. Ma non in silenzio. Non come se niente fosse.
La risposta è arrivata sui social, in un comunicato durissimo pubblicato dal Lecce poche ore prima del fischio d’inizio. Un testo denso, emotivo, che non lascia spazio a interpretazioni: “Giocheremo la partita dei valori calpestati”. E lo faremo indossando una maglia bianca, senza stemmi, senza loghi, senza colori.
Nessuna traccia dell’identità che solitamente accompagna la squadra. Un gesto forte, quasi di rottura. “Torneremo a vestire la nostra maglia quando Graziano ritornerà a casa e sarà omaggiato, come merita, dalla sua gente”.
Nel comunicato si legge ancora una dura accusa alla Lega, colpevole – secondo il club – di aver creato una “gerarchia della morte” in base al peso delle società o al ruolo ricoperto da chi viene a mancare. Graziano Fiorita era “uno di quelli che lavorano lontano dai riflettori, ma che tengono insieme il gruppo”. Per 26 anni ha fatto parte del “cuore silenzioso” del Lecce.
Ed è morto lontano dalla sua famiglia, dalla moglie e dai suoi quattro figli, ancora in attesa del rientro della salma. “Questa gara non andava disputata oggi”, scrive il club, che ringrazia il ministro dello sport Abodi per il tentativo – purtroppo vano – di trovare una soluzione alternativa.
“Ad una grave ingiustizia non si risponde violando le regole”, si legge nel finale. Non ci saranno provocazioni, né gesti eclatanti. Solo la maglia bianca, e un silenzio pesante. Come un lutto ancora aperto. Come una ferita che stenta a chiudersi. Il Lecce giocherà, ma senza dimenticare.
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