Conte sotto accusa per un Napoli senza identità, Palladino e Pradè litigano mentre l’Europa scappa, e Ranieri fa il Mourinho a vuoto. I tre flop della settimana, firmati Enrico Camelio
Il calcio è fatto di errori, ma anche di limiti. E qualcuno li ha superati tutti.
A volte non servono le grandi sconfitte o le figuracce internazionali per finire nella Flop Parade. Basta il senso del limite. Quello che alcuni, questa settimana, hanno deciso di ignorare completamente. Tra scelte discutibili, uscite fuori luogo e atteggiamenti da teatro off-Broadway, ecco serviti i tre protagonisti che si sono guadagnati, con pieno merito, la vetrina settimanale di Enrico Camelio.
Dal Napoli di Conte (che più che ringhiare, sbadiglia), al caos pubblico di Firenze, fino alla “Mourinhata” di Ranieri che ha lasciato più imbarazzo che altro. Siediti comodo, che si parte.
Quando è arrivato, c’era chi parlava di rivoluzione, di mentalità vincente. Tutte cose che si sono puntualmente verificate, ma con uno scotto da pagare: il Napoli gioca male. Ma proprio male. Contro il Genoa, che si è presentato con mezza squadra Primavera, si pensava potesse essere una formalità. E invece no: apatia, poche idee, coperta come sempre corta. E la vittoria che sfuma nel finale proprio nel momento più importante della stagione.
Ora, se si guadagnano 13 milioni lordi, un minimo di spettacolo è lecito aspettarselo. Non dico calcio champagne, ma almeno una spruzzatina di senso. E invece il Napoli di Conte sta vincendo senza qualità, sfangandola sempre per il rotto che la cuffia. Solo che poi però quando viene meno anche il braccino diventa davvero molto complicato. Il prossimo anno basterà un mercato da fuochi d’artificio per cambiare questo trend?
Va bene puntare tutto sullo scudetto, ma se nel frattempo si gioca così… rischia di restare solo un’operazione a perdere. E tutta questa bruttezza, se non porterà nulla, diventerà un boomerang mediatico difficile da gestire. Il braccino, caro Antonio, non funziona neanche nei tornei di padel.
A Firenze sta succedendo qualcosa di strano. Dopo mesi di lavoro solido, compattezza e gioco brillante, la baracca viola sembra traballare. E invece di stringersi, si comincia a parlare. Tanto. E male.
Pradè è andato in pubblico a dare qualche stoccata a Palladino, che dal canto suo sta vivendo un periodo no, nonostante il recente rinnovo che però sembra più di facciata che per stima vera. Il punto è: serve a qualcosa lamentarsi? No. Anzi. Mettere benzina sul fuoco così, a stagione in corso e con l’Europa ancora possibile, è un autogol istituzionale.
Palladino sta sbagliando, vero. Ma anche il direttore sportivo, se vuole fargli notare qualcosa, può farlo nel suo ufficio. Non sotto i riflettori. Peccato, perché la stagione della Fiorentina meritava un finale più ordinato, non questa deriva da teatrino interno.
Lo amiamo, sempre. Ma stavolta Claudio Ranieri ha sbagliato. A Bergamo si è lasciato andare a una mourinhata d’altri tempi, quella scena da coattone alzando i toni contro il rigore concesso. Solo che, appunto, il rigore non c’era. E allora tutto il gesto perde ogni forza, ogni valore, ogni giustificazione.
Scene del genere non hanno mai portato bene, soprattutto alla Roma, che Ranieri conosce bene. Protestare così, in modo plateale e scomposto, non cambia nulla e non fa bene né alla squadra né all’immagine. Cosa penserà il prossimo allenatore della Roma a sentire questa tensione latente?
Il Ranieri signore che conoscevamo è sempre lì. Ma ogni tanto si lascia travolgere da un’emotività fuori scala che non gli somiglia. E spiace, perché con tutta l’esperienza che ha, certe cose dovrebbero rimanere fuori dal copione.
Conte che non incide (anzi, si difende), Palladino e Pradè che si scornano a microfoni accesi, Ranieri che sbotta fuori tempo massimo. La Flop Parade di questa settimana ci ricorda che, a volte, il vero fallimento non sta nel perdere, ma nel modo in cui si reagisce.
E voi? Chi avreste inserito nella lista nera di Enrico Camelio? C’è tempo, c’è spazio, e il prossimo giro è già dietro l’angolo.
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