Prima le risate sui rivali, poi la realtà che torna a bussare alla porta. Il Milan incrocia il cammino del PSG, e non è una sfida semplice. Il mercato estivo è fatto anche di sorprese che sanno di beffa
L’eco dei cinque gol rifilati all’Inter dal PSG risuona ancora forte a Milano. Un dolore vero, uno di quelli che non si lavano via in una notte. I tifosi nerazzurri lo sanno, perché quel 5-0 è già passato alla storia come una delle peggiori umiliazioni europee per il club. E sui social, inutile negarlo, la goduria delle altre tifoserie si è fatta sentire forte: milanisti, juventini, napoletani, tutti lì a lanciare frecciatine e battutine, a infierire sul cadavere ancora caldo della serata interista.
Ma il calcio ha una memoria corta, e soprattutto ha una ruota che gira veloce. Non passa molto, e il rischio di prendersi una cinquina – stavolta simbolica – passa dall’altra parte di Milano, dove il Milan sta preparando il suo mercato estivo. Sì, perché qui non si parla di gol subiti, ma di mosse di mercato che potrebbero trasformarsi in una sonora sconfitta, anche senza scendere in campo.
Il Milan, come vi abbiamo raccontato, sta impostando un mercato votato ad una profonda rifondazione della squadra. Il reparto che sarà più interessato ad un cambiamento per certi versi epocale è sicuramente quello arretrato. Tante uscite e altrettanti arrivi, molti probabilmente dalla Serie A laddove ci sono profili conosciuti e “sicuri” che possono traghettare i rossoneri fuori da una situazione difficile che quest’anno ha visto Maignan prendere 43 reti, ben 16 più del Napoli campione d’Italia.
Uno dei calciatori nel mirino è un vecchio pupillo di Igli Tare, fresco ds del Milan che sta provando a partire da ciò che conosce bene per poter avviare questo nuovo ciclo. Ma si sa, quando di mezzo si mette il PSG il rischio di una “cinquina” in pieno volto è quanto mai concreto.
Milan, il PSG punta Mario Gila: si complica la corsa allo spagnolo
Il nome sul tavolo, secondo ciò che riporta Le Parisien, è quello di Mario Gila, difensore della Lazio, uno che ha giocato una stagione da urlo. Lo spagnolo, arrivato in sordina e scoperto proprio da Igli Tare, si è imposto come uno dei centrali più affidabili della Serie A, e ora ha tutti i riflettori puntati addosso. Dopo l’Inter anche il Milan lo aveva messo nel mirino, sin da quando Tare ha preso in mano la strategia sportiva. Un nome che piaceva, che sembrava perfetto per rinforzare la linea difensiva, per dare qualità e prospettiva.
Solo che quando il gioco si fa duro, entrano in scena i club pesanti. E il più pesante di tutti, oggi, è il Paris Saint-Germain, fresco campione d’Europa. I parigini hanno messo gli occhi su Gila, e quando il PSG decide di fare sul serio, è dura per tutti. Non c’è Milan, non c’è Inter, non c’è Juventus che tenga: davanti alla potenza economica e al fascino di una squadra che può vincere tutto, i club italiani si ritrovano spesso a fare da spettatori.
Gila, dal canto suo, sa benissimo che un trasferimento a Parigi significherebbe non solo un salto di livello, ma anche la possibilità di raccogliere l’eredità di Marquinhos, di crescere accanto a campioni e, soprattutto, di lavorare con Luis Enrique, uno che parla la sua lingua e che lo conosce bene. Per il Milan, perdere Gila non sarebbe certo una tragedia, ma resterebbe comunque una piccola sconfitta sul piano delle ambizioni.
Questa non è una disfatta, certo. Ma è una di quelle botte che ricordano a tutti, tifosi compresi, che l’Italia del pallone ha smesso da tempo di essere al tavolo dei grandi. Una cinquina diversa, ma che, sotto sotto, brucia quasi quanto quella presa dall’Inter. Perché nel calcio, come nella vita, ci sarà sempre un PSG pronto a ricordarti chi comanda davvero.