Solo 34 milioni e addio Serie A: che spreco per il calcio italiano

Non servivano cifre folli. Bastava un po’ di coraggio in più, un segnale, un’azione concreta. E invece restiamo a contare ciò che perdiamo, ancora una volta

Tifosi disperati
Solo 35 milioni e ce li soffiano: che spreco per il calcio italiano – serieanews.com

Il mercato è già entrato nel vivo, e se le grandi stanno pensando a come rinforzarsi, le piccole si muovono per vendere. Vendere bene, possibilmente. Mettere in vetrina i pochi talenti rimasti e incassare. È la solita giostra.

Ma questo vale ormai anche per alcune big. Prendiamo il Milan: ha ceduto Reijnders per 75 milioni. Una mossa utile per finanziare il mercato, certo, ma anche una perdita secca per la Serie A. Un giocatore che aveva impreziosito il nostro campionato e che se ne va, come sempre, troppo presto.

E poi ci sono quelli che sembravano pronti per restare in Italia, magari per fare un salto da una medio-piccola a una squadra più ambiziosa. Giocatori che avrebbero potuto continuare a crescere qui. Invece no. Perché le società italiane si muovono tardi. Perché all’estero arrivano prima, parlano meno e comprano.

Bijol e Coppola: dall’Italia alla Premier in un attimo

Yaka Bijol ha detto di essere pronto per una nuova avventura. Ha fatto capire chiaramente di voler cambiare aria. E in Italia, qualcuno si era mosso. Il Milan, ad esempio. Ma tutto è rimasto sospeso. Un interessamento, qualche sondaggio, nessuna accelerazione. E così è arrivato il Leeds. Club inglese appena promosso, con un obiettivo chiaro: salvarsi. Ha messo sul piatto 22 milioni e se l’è portato a casa. Bijol è volato in Inghilterra.

Dal sogno Champions con una squadra italiana alla lotta salvezza in Premier. Ma la scelta, a ben vedere, non è così sorprendente. Perché anche da metà classifica, in Inghilterra ti vedono. Ti notano. Ti offrono palcoscenici migliori. E poi c’è la questione economica, inutile girarci intorno. Lo stipendio sarà più alto, il progetto più ambizioso. E noi, ancora una volta, siamo rimasti a guardare.

Yaka Bijol e Diego Coppola
Bijol e Coppola: dall’Italia alla Premier in un attimo (foto: LaPresse/Ansa) – serieanews.com

Ancora più bruciante è l’altra operazione andata in porto in questi giorni. Diego Coppola, classe 2003, italiano. Uno dei pochi difensori centrali che sembrano davvero avere qualcosa in più. È cresciuto nel Verona, ha fatto un bel salto quest’anno e ha perfino esordito con la Nazionale di Spalletti, nella disastrosa trasferta in Norvegia. Non è andata bene, ma ci sta. Fa parte del percorso.

Sembrava pronto per una tappa intermedia. Fiorentina, Torino, o la Lazio dove c’era Sarri che l’aveva messo nel mirino. E invece niente. Il Brighton è arrivato prima. Ha offerto 11 milioni più uno di bonus. L’ha preso e via, destinazione Premier. Stesso discorso: club di metà classifica, visibilità totale, possibilità di esplodere in due anni e di andare in una big con tre zeri in più nel contratto.

In tutto fanno 35 milioni. Due operazioni. Due giocatori che, seppur diversi per caratteristiche e prospettive, avevano qualcosa in comune: il potenziale per restare in Serie A, migliorare il nostro campionato, dare valore anche alle squadre che li avrebbero presi. Invece no. Uno sloveno e uno italiano. Uno già pronto, l’altro in rampa di lancio. Entrambi finiti altrove. E la domanda resta sempre la stessa: ma davvero non potevamo permetterceli?

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