L’Atalanta risolverà presto il dualismo in attacco fra Retegui e Scamacca. Juric cerca equilibrio, ma anche istinto. In ballo c’è una storia che ha bisogno di un nuovo capitolo. Forse è il momento di riprendersi un pupillo che cerca da tempo
L’Atalanta è appena entrata nel Gasperini 2.0. No, ovviamente non vuol dire che l’allenatore ha fatto le valigie e ha mollato la Roma per tornare a Bergamo. Ma vuol dire che Juric, per stile, mentalità e atteggiamento, sembra davvero il più naturale erede del Gasp.
Con tutte le differenze del caso, perché sono due tecnici molto diversi su alcune cose, anche distanti, ma la matrice è quella. Pressing alto, squadra corta, coraggio, identità forte. E infatti anche il mercato si muoverà in quella direzione: pochi ritocchi, solo dove serve. E soprattutto, solo se qualcuno esce.
E qualcuno potrebbe uscire. Alcuni li conosce bene proprio Gasperini, che potrebbe fare un pensiero per portarli a Trigoria. Ma vale anche il contrario: ci sono un paio di nomi che Juric ha incrociato a Roma e che magari potrebbe ritrovare, anche se per ora è tutto ancora in una fase teorica. Più concreta invece la questione legata all’attacco, dove si è creata una situazione da risolvere.
Scamacca era diventato il pilastro dell’attacco atalantino, poi la scorsa estate il patatrac. Prima un infortunio serio, poi una ricaduta, e in pratica la stagione non l’ha mai vissuta per davvero. Ma subito dopo il crack al legamento, l’Atalanta si è fiondata subito sul suo sostituto mostrando una forza incredibile sul mercato: Mateo Retegui, preso in tempi record. E da lì, l’italo-argentino ha spaccato tutto. È diventato il capocannoniere del campionato, si è preso la scena e non l’ha più mollata.
Adesso, però, è chiaro che due così nello stesso reparto non ci stanno. Scamacca non può fare la riserva, Retegui non può essere messo in discussione. Qualcuno deve cedere. E il sospetto è che sarà Scamacca ad andarsene, per ritrovare spazio e rilanciarsi. La Roma lo tiene d’occhio, perché lì davanti serve almeno un centravanti. Forse due. E Scamacca sarebbe perfetto per il gioco di Gasperini, che vuole un attaccante forte, ma anche mobile e capace di legare il gioco.
Atalanta, per il dopo Scamacca idea Simeone: Juric lo conosce molto bene
Se Scamacca parte, l’Atalanta un attaccante lo deve comunque prendere. Perché dietro Retegui, uno va messo. Non per forza un titolare, ma uno pronto, esperto, che non storca il naso se parte dalla panchina ma che sappia anche entrare e incidere. E in questo senso potrebbe tornare di moda un nome che a Juric sta molto a cuore.
Non se lo ricordano in tanti, ma nel 2016 fu proprio Juric a lanciare Giovanni Simeone al Genoa. Aveva 21 anni, sembrava ancora un ragazzino, e invece chiuse la stagione con 14 gol fra campionato e coppa. Una media da 0.50 a partita, spalmata su campionato e coppa. A pensarci oggi, non è mica poco. Anzi, è il doppio di quanto ha fatto Retegui al suo primo anno di Serie A. Poi Fiorentina, Cagliari, Verona. E poi Napoli, dove ha vinto due scudetti, uno da (semi)protagonista, ma quest’anno è stato poco più che una comparsa.
Ora, con il placet di Conte, il Cholito è in uscita: valutazione intorno ai 15 milioni. Non pochi, ma nemmeno impossibili se Juric lo vuole davvero. E Juric lo stima: lo ha detto allora, non ha mai cambiato idea. Lo definiva “un piacere da allenare, uno con una fame pazzesca”. Ed è proprio quello che serve a Bergamo: uno affamato, che non ha bisogno di troppe coccole, che entra in un sistema già pronto e si mette a disposizione.
Simeone sa cosa vuol dire lottare per riconquistarsi tutto. Juric sa cosa vuol dire credere in un giocatore e aiutarlo a riemergere. Magari non si farà. Magari sì. Ma se Scamacca va via, un’idea così ha tutto per diventare attuale.