Tutti danno per chiusa una pista che invece respira, sotto traccia. Vlahovic aspetta, il Milan pure. Le tensioni crescono e i conti, per ora, non tornano
Dusan Vlahovic sarà la telenovela di questo mercato. Forse anche più di quanto non sia stato Osimhen un anno fa. Anzi, a pensarci bene, pure quest’anno Osimhen è ancora lì che aspetta. Il Napoli – con un “forse” grosso così – forse lo sta davvero piazzando al Galatasaray, anche se per farlo deve superare una serie di inghippi burocratici che sembrano una gincana a ostacoli.
Ma il caso Vlahovic è un’altra storia. E forse, pure più complicata. Perché la Juve, stavolta, è davanti a un muro. Alto e testardo. E quel muro ha il volto del serbo, che ad oggi guadagna dodici milioni netti. Ha ancora un anno di contratto. E lo sa. Sa benissimo che può gestire tutto da solo, decidere il suo futuro già adesso, oppure aspettare e scegliersi la prossima squadra a zero nel 2026, intascando un ingaggio ancora più alto.
Non vuole sconti. Non vuole vie di mezzo. Non gli interessa l’Arabia, non gli interessa la Turchia, non vuole soluzioni tampone. Vuole restare dov’è, aspettare, incassare. E poi, casomai, decidere. E se deve passare una stagione da separato in casa, lo fa. Con freddezza, con calcolo, con convinzione. Piaccia o no, può farlo.
Il Milan questo lo ha capito. E ci sta ragionando su. Ufficialmente dice di non essere interessato. Di essere su altri profili. Ma sotto sotto, lo sa anche lui che Vlahovic è un’occasione da non perdere. E pare che anche il serbo, tra le poche cose che ancora lo smuovono, abbia voglia di ritrovare Max Allegri, uno dei suoi allenatori preferiti. Uno con cui il feeling c’era già. Uno che adesso siede sulla panchina rossonera.
Milan senza fretta: così può arrivare Vlahovic a un prezzo vantaggioso
Il Milan non ha fretta. Gimenez è già in squadra, e qualcosa davanti su cui lavorare c’è. Ma con Jovic e Abraham già salutati, ne servono almeno due. E uno, magari, potrebbe essere proprio lui. Vlahovic. L’idea di Tare è chiara: aspettare. Non forzare nulla. Tenersi alla larga da aste o rilanci. Ma monitorare tutto. Capire se la situazione con la Juve esplode davvero. E se esplode, farsi trovare pronti.
La Juventus ha due problemi. Il primo è la volontà di liberarsi del serbo e del suo pesante ingaggio. L’altro, qualora ci riuscisse, è evitare una minusvalenza, che in caso di cessione porta a non scendere sotto i 20-25 milioni, come sembrava già evidente sei mesi fa. Due ostacoli grossi. Che però, con il tempo, possono diventare varchi. Perché il club bianconero ha bisogno di chiudere questa partita. E infatti si è parlato perfino di rescissione consensuale. Un’ipotesi estrema, ma per il momento davvero un’extrema ratio.
Il Milan, intanto, studia l’affondo, cerca l’affare del secolo. Magari spendendo sì una ventina di milioni, ma diluiti su più esercizi, proponendo a Dusan un quinquennale da 6-7 milioni netti a stagione. Meno di quanto prende ora, ma con un progetto credibile, competitivo. E soprattutto, con la possibilità di rilanciarsi al centro di una squadra che punta in alto. Per lui, per il Milan, per Allegri, che saprà sicuramente come riaccenderlo. È un puzzle difficile, certo. Ma se tutto si incastra, può diventare un affare gigantesco. Altro che pista sfumata.