Il club rossonero ha bisogno di rinforzi: ds e tecnico non hanno più alternative, ecco la situazione attuale a Milanello
Quanto può essere complicato completare un puzzle quando mancano i pezzi più costosi? Il Milan lo sta scoprendo sulla propria pelle. Dopo gli arrivi di Samuele Ricci e Luka Modric, il centrocampo ha guadagnato esperienza, visione e geometrie.
Ma la squadra, nella mente di Massimiliano Allegri e del nuovo management, è ancora un cantiere aperto. Mancano almeno due esterni bassi — un terzino sinistro e un destro — e soprattutto manca una spalla per Santiago Gimenez. Un altro centravanti, con caratteristiche complementari all’ex Feyenoord, è la priorità numero uno.
Perché non basta solo correre e attaccare la profondità. Serve anche un giocatore che sappia giocare spalle alla porta, tener palla, far salire la squadra. Quel profilo che oggi manca del tutto in rosa, e che Allegri ha esplicitamente richiesto. I giorni passano, il mercato si muove, e in via Aldo Rossi cresce la consapevolezza che il prossimo nome da scegliere non potrà essere sbagliato.
Milan, diversi nomi sul tavolo: ma due top restano fuori portata
Il casting per il centravanti ha visto tanti nomi valutati. Alcuni sono stati solo suggestioni, altri piste concrete. Tra i più seguiti ci sono stati Nicolas Jackson e Victor Boniface. Il primo, reduce da una stagione con alti e bassi al Chelsea, ha segnato 13 reti in Premier ma non ha convinto Enzo Maresca.
Il Milan ha provato a inserirlo nella trattativa per Archie Brown, ma il Chelsea non ha mai davvero aperto. Il prezzo? Oltre i 50 milioni. Troppi per un giocatore non considerato indispensabile a Londra, ma comunque blindato.
Per Boniface il discorso è simile. Il Bayer Leverkusen, che ha già perso colonne come Wirtz, Frimpong e Tah, non vuole cedere ulteriori titolari. E anche se il nigeriano ha chiuso la stagione con solo 11 gol, la richiesta parte da 40 milioni. Inoltre, l’interesse concreto dell’Al-Nassr ha alzato l’asticella, rendendo ogni trattativa un percorso a ostacoli.
In questo contesto, i profili di Mateta (Crystal Palace) e Akorodare (Genk) non scaldano il cuore né di Allegri né del pubblico. Nomi freddi, che rischiano di non alzare il livello competitivo. E allora, quasi inevitabilmente, i fari si spostano su un volto già noto al calcio italiano.
Perché Vlahovic oggi è l’unica pista che ha senso
A furia di scartare nomi e valutare profili, il Milan si ritrova con un’idea che prende sempre più forma: bussare alla porta della Juventus per Dusan Vlahovic. È un pensiero che circola da settimane, ma che ora sta diventando qualcosa di più concreto. Perché, al netto della rivalità storica, gli interessi delle due società potrebbero anche incontrarsi.
I bianconeri, infatti, hanno già deciso di lasciar partire il serbo, complice un ingaggio da quasi 24 milioni lordi e una voglia — nemmeno troppo nascosta — di cambiare aria. La rescissione non è un’opzione semplice, ma la Juve ha fretta. E il Milan lo sa. I rossoneri sono pronti a offrire un contratto da 6 milioni netti, che resta distante dalle attuali pretese del giocatore, ma in linea con il nuovo tetto salariale imposto da RedBird.
L’accordo sembra lontano? Forse. Ma non impossibile. Anche perché, al momento, nessun club europeo ha affondato il colpo per Vlahovic. L’entourage del classe 2000 continua a chiedere una buonuscita, ma la Juventus potrebbe accettare di liberarsene a cifre più basse pur di sistemare il bilancio.
In un mercato in cui il talento costa e i centravanti “da Milan” scarseggiano, il profilo di Vlahovic — giovane, affamato, esperto del campionato — resta il più logico. L’unico, forse, che unisce realismo e ambizione.
Il puzzle rossonero si sta componendo, ma manca ancora il pezzo più visibile. Resta da capire se la Juventus sarà davvero disposta a fare spazio, e se Vlahovic accetterà di cambiare sponda. Ma a questo punto, la domanda vera è: c’è davvero un’alternativa migliore?