Sembrava l’occasione per rilanciarsi in grande stile, invece ha scelto di andare da Mourinho. Il Napoli lo conosceva bene, ma ha preferito voltarsi dall’altra parte. Per un motivo preciso…
A dicembre dello scorso anno era uno dei talenti più brillanti dell’intero panorama europeo. Jhon Duran stava facendo sfracelli con l’Aston Villa e sembrava proiettato verso una carriera di primissimo livello. Giocava con energia, con fame, segnava, spaccava le partite. Uno di quei profili che ti aspetti di vedere su palcoscenici grossi, quelli veri.
Poi, a gennaio, arriva l’offerta faraonica dall’Arabia Saudita. Al Nassr, Cristiano Ronaldo, milioni sul piatto. E lui dice sì. A ventun anni. Una scelta che già allora sembrava difficile da spiegare. Discutibile. Ma anche quella è fatta. Duran parte, incassa, si perde.
Dopo sei mesi, è già finita. Non regge, si stufa, o magari semplicemente capisce di aver sbagliato. Rientra in Europa, ma non da dove ci si aspettava. Non una big, non un salto in avanti. A prenderlo è il Fenerbahce di Mourinho, che gli garantisce lo stesso stipendio monstre e lo porta via in prestito secco.
Un’operazione che si può fare praticamente solo lì, in Turchia, dove in questo momento stanno spendendo forte, spingendo forte, provando a costruire qualcosa di competitivo sul serio.
Il Napoli e la “passione” invernale per Duran: ora sarebbe improponibile
Duran era stato obiettivo del Napoli per diverso tempo. Prima del salto in Arabia era il preferito di Conte per il ruolo di alternativa a Lukaku, o meglio di futuro titolare. C’era un’idea di staffetta in chiave futura. Era un nome che circolava tanto, era in cima alla lista.
Ecco perché, una volta tornato libero dopo il flop arabo, qualcuno si aspettava che il Napoli potesse rifarsi sotto. Invece niente. Non è mai partita nemmeno la trattativa. Non un contatto, non una telefonata. Il Fenerbahce si è mosso prima, ma la verità è che il Napoli ha proprio deciso di lasciar perdere.
Il motivo è semplice: Duran è fortissimo, nessuno lo mette in dubbio, ma è anche complicatissimo. Gestione difficile, approccio leggero, concentrazione a corrente alternata. È uno di quelli che devono ancora capire che il talento da solo non basta. Che se non ci stai con la testa, il calcio ti rigetta.
Appena arrivato in ritiro, ha già fatto infuriare Mourinho per aver bucato il primo (!) allenamento. Giusto per capire con che tipo di giocatore si ha a che fare. Uno che può essere tutto, ma che per ora è troppo poco. E questo, al Napoli, non se lo possono permettere.
Napoli, no a Jhon Duran: è anche “colpa” di Osimhen
Il Napoli in questo momento è nel pieno della separazione da Osimhen. Una trattativa lunga, logorante, con il Galatasaray pronto ad accoglierlo e con un clima intorno che si è fatto irrespirabile. La gestione del nigeriano è diventata un peso. Non solo tecnico, ma proprio emotivo.
Ecco perché Duran non poteva essere una soluzione. Non ora. Non in questo contesto. Non dopo tutto quello che è successo. Un altro talento ingestibile nello spogliatoio sarebbe stato solo un boomerang. Il Napoli ha bisogno di equilibrio, affidabilità, gente centrata. Non di nuovi casi da trattare ogni settimana.
E poi c’è un ulteriore dettaglio di non poco conto: l’ingaggio. Quel tipo di stipendio in Italia non lo prende nessuno. Figuriamoci per un prestito. Anche volendo, non ci sarebbero state le condizioni.