Un addio atteso, una cessione esplosiva, cinque allenatori più sereni. Osimhen lascia Napoli e smuove il mercato come solo lui sa fare
Alla fine Aurelio De Laurentiis ce l’ha fatta. Si è liberato di Victor Osimhen, definendo nei dettagli la sua cessione al Galatasaray. Una cessione che, per come si erano messe le cose, assomiglia a un mezzo capolavoro. Perché la situazione era complicata, logorata da più di un anno di tensioni, e andava sbrogliata nel modo più redditizio possibile. Così è stato.
Il Napoli massimizza l’addio dell’attaccante nigeriano, riuscendo addirittura a strappare qualcosa in più della clausola. I turchi volevano la rateizzazione? E allora il Napoli ha alzato la posta: 10% sull’utile di rivendita, bonus da 5 milioni se Osimhen supera le 35 reti stagionali e soprattutto clausola anti-Italia valida due anni. Totale: 40 milioni subito, 35 entro un anno in due rate differenti. Fa 75, più extra e garanzie.
Un’operazione mastodontica, che ha richiesto oltre un mese per andare in porto, e che adesso è praticamente conclusa. Osimhen oggi può essere del Galatasaray. E non è solo un trasferimento. È un incastro. Un domino. Una catena che mette in movimento cinque allenatori.
Il primo a festeggiare è Okan Buruk, ovviamente. Perché prende un attaccante che in Turchia è fuori scala. Uno che sposta. Che comanda. Che da solo può fare la differenza. Osimhen in Super Lig è come un razzo in una pista di kart. E Okan l’ha già “guidato” lo scorso anno, quindi lo sa bene.
Il secondo a essere sollevato è Antonio Conte. Che si toglie dalle mani un caso spinoso, una presenza diventata ingombrante. Ma soprattutto, adesso ha soldi freschi. Da spendere. Per rinforzare una squadra che ha già cominciato a prendere forma, ma che ha bisogno di qualche altro innesto vero. E quei soldi lì, fanno comodo.
Terzo beneficiario: Cesc Fabregas. Perché l’arrivo di Osimhen libera Morata, che da tempo aveva dato il sì al Como. I turchi lo tengono finché non arriva un’altra punta, adesso è fatta. Fabregas e Morata sono amici, e il Como si prende il primo attaccante da Serie A piena. Il primo colpo che dice: “siamo qui per restare”.
E se arriva Morata, ecco che si muove un’altra pedina: Patrick Cutrone. Capitano, simbolo, ma fuori dalle rotazioni. Non rientra più nei piani di Fabregas. E chi lo vuole? Il Genoa. Patrick Vieira lo ha messo nel mirino da settimane. Ma anche lì: prima il Como doveva trovare l’alternativa. Ora ce l’ha, e il Genoa può affondare.
Ultimo nome, Simone Inzaghi. Che ci ha provato in tutti i modi per Osimhen. Gli ha messo sul tavolo cifre fuori logica. Ma niente. Il giocatore ha detto no. Ha preferito il Galatasaray per una questione di ambizione sportiva e di affetto. E quindi ora finalmente Inzaghi può voltare pagina.
Il sogno Osimhen è sfumato, c’è stato un tentativo per Isak (100 milioni!) ma il Newcastle difficilmente se ne priverà. E allora spunta un nome che abbiamo sentito spesso in questi mesi: Darwin Nunez. Uno che sembrava ad un passo dal Napoli prima che il club azzurro trovasse un muro col Liverpool e virasse su Lucca. Uno che all’Al Hilal piace eccome. E che, con le cifre giuste, può anche essere preso.
E tutto parte da lì. Da Osimhen. Da una cessione che libera una squadra, fa respirare una società e sblocca almeno altri quattro affari. In fila. Come birilli. Il mercato, a volte, gira tutto attorno a un solo uomo. Stavolta si chiama Victor Osimhen.
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