Vlahovic al Milan, perché proprio lui? Il motivo riguarda Leao: ce lo spiega Fabio Capello

Fabio Capello analizza il possibile arrivo di Vlahovic al Milan: un’operazione che unisce ambizione, voglia di riscatto e… Rafa Leao

Vlahovic e Leao con la maglia del Milan, immagine generata con IA
Vlahovic al Milan, perché proprio lui? Il motivo riguarda Leao: ce lo spiega Fabio Capello – serieanews.com

Ci sono coppie che, a vederle all’inizio, sembrano sbagliate. Come quelle storie in cui uno è silenzioso e l’altro esuberante, uno è riflessivo e l’altro istintivo. Poi, però, qualcosa scatta. E l’equilibrio si crea proprio da quella differenza. Succede anche nel calcio, quando un incastro sembra fuori posto ma in realtà è il pezzo mancante.

Così, mentre il mercato estivo si accende tra suggestioni e trattative più o meno concrete, c’è un’idea che continua a tornare nei discorsi degli addetti ai lavori. Un’idea che, per qualcuno, potrebbe suonare quasi provocatoria. Ma quando a parlarne è Fabio Capello, vale la pena ascoltare bene. E rileggere due volte.

Capello parte da un assunto semplice, quasi banale. Ma a ben vedere, è tutt’altro che secondario: il Milan oggi ha in panchina Massimiliano Allegri. E Allegri, checché se ne dica, è uno dei pochi a conoscere veramente Dusan Vlahovic. Lo ha allenato per due anni e mezzo, lo ha visto ogni giorno, ne conosce pregi, difetti, routine, umori. Non solo le partite della domenica, ma tutto quello che ci sta intorno.

E se oggi lo rivorrebbe in squadra, un motivo ci sarà. Forse più di uno. Perché quando alleni un calciatore così da vicino, non ti sfugge il potenziale, nemmeno quello rimasto inespresso. Anche se qualcosa si è rotto, anche se il feeling è andato a tratti. Se ci punti di nuovo, è perché sai dove puoi arrivare insieme.

Vlahovic al Milan e l’intesa con Rafa Leao: perché può funzionare

Niente romanticismi: Dusan Vlahovic non gioca per la squadra, non è il nove moderno che si abbassa a cucire. È uno che vive per fare gol. E basta. Ma proprio per questo, dice Capello, potrebbe essere perfetto nel nuovo Milan. Allegri non lo prenderebbe per rivoluzionare il gioco, ma per completarlo.

Dusan Vlahovic tra Juve e Milan, immagine creata con AI
Vlahovic al Milan e l’intesa con Rafa Leao: perché può funzionare – serieanews.com

Perché se c’è già uno come Leao che fa saltare il banco, serve solo qualcuno che butti dentro tutto quello che passa per l’area. Stop. Nessuna sinfonia da orchestrare: l’uno crea, l’altro chiude i giochi. Vlahovic non è l’uomo degli assist, è quello che ti fa vincere le partite sporche. Quando la palla arriva e c’è un secondo per decidere, lui sa cosa fare.

E in questo meccanismo, il serbo diventerebbe la punta terminale di un sistema che ha già tanti costruttori. In altre parole: serve un finalizzatore, non un regista offensivo. E Vlahovic, anche nei suoi anni più difficili alla Juve, non ha mai perso quel fiuto.

C’è anche un altro fattore, forse il più umano: il contesto. A Torino, Vlahovic è arrivato con l’etichetta del fenomeno. Il prezzo, le attese, la maglia pesante. Tutto troppo, troppo in fretta. E forse, proprio lì, si è inceppato qualcosa. A Milano sarebbe diverso. Nessun poster da nuovo Ronaldo, nessun cartellino da 90 milioni. Arriverebbe con una missione semplice: ritrovarsi. E aiutare una squadra che viene da una stagione deludente a rimettersi in piedi. A livello tecnico, ma anche di spirito.

Perché in fondo, come scrive Capello, quando Allegri ti sceglie di nuovo è perché ci crede davvero. E forse anche perché vuole dimostrare che quella scommessa, fatta a Torino, può ancora essere vinta. Magari proprio sotto la Sud, magari in una piazza dove certi amori nascono dal bisogno di ricominciare.

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