Un favore nato quasi per caso, un intreccio che lega Conte e Guardiola prima della Champions. Dietro c’è una storia che rischia di pesare più del previsto
C’è un momento, nel calcio, in cui il punteggio non è più solo un numero sul tabellone ma uno specchio: il 3-0 del derby di Manchester di ieri è stato questo. Una fotografia impietosa di chi sei oggi e, temiamo, di chi rischi di essere anche domani.
Non prendiamoci in giro: certe batoste non nascono in 90 minuti. Maturano lentamente, tra scelte sbagliate, nervi scoperti e progetti che non diventano mai davvero squadra.
Si sono alternati gli allenatori, si sono spesi tantissimi soldi, eppure il risultato resta sempre lo stesso. Quella del Manchester United è la sensazione di un club che fa melina con se stesso: gira il pallone tra figure dirigenziali e panchine, ma non sfonda mai la linea.
E qui, diciamocelo, la domanda sorge spontanea: quanti milioni bruciati in acquisti che non hanno spostato l’ago? Quanti giocatori lasciati partire, per poi vederli esplodere altrove? Domande scomode, ma inevitabili. Perché se il campo restituisce sempre la stessa trama, forse il copione va riscritto dall’inizio.
Il caso McTominay, emblema di un cortocircuito. E ora Hojlund…
Il caso McTominay è emblematico della crisi dello United: svenduto al Napoli, è stato l’MVP della Serie A lo scorso anno, segnando quanto un attaccante. E ora la storia si sta ripetendo con Rasmus Hojlund, venduto a una cifra molto più bassa di quanto era stato pagato all’Atalanta e subito a segno all’esordio contro la Fiorentina. Un altro disastro dello United?
Nel frattempo, sull’altra sponda, il City ringrazia. Veniva da due ko consecutivi, e aveva bisogno di una vittoria così per rigenerarsi psicologicamente. Gliel’hanno servita su un piatto d’argento: uno United completamente disarmato nel derby, strada spalancata e tre reti come balsamo.
E qui entra in scena Antonio Conte. Paradossale, sì, ma verosimile: il Napoli e il suo allenatore, indirettamente, hanno fatto un favore a Guardiola. Perché quelle due spallate al progetto dei “cugini” di Guardiola sono due dei tanti colpi incassati da Amorim, un sottobosco che ha preparato il terreno ideale per un City che cercava un appiglio per rialzare la testa. Appiglio trovato.
Ora la trama s’infittisce. Un City tirato a lucido ospita il Napoli all’Etihad per il prossimo incontro di Champions e potrebbe affrontarlo con tutt’altro piglio. È il classico rischio boomerang: rimetti in piedi il gigante proprio quando stai per andarci contro.
Il Napoli affronterà una squadra che ha ritrovato convinzione, che può aver rimesso in carreggiata la stagione con una vittoria identitaria dopo due sconfitte consecutive.
Il derby ha rimesso in moto il City. Lo United di Amorim resta nel proprio labirinto, tra spese ingenti, identità evanescente e casi che diventano simboli. Conte, senza volerlo, ha già fatto un regalo a Guardiola. Ma il calcio ha memoria corta e giustizia rapida: all’Etihad non ci saranno sconti, e il Napoli dovrà dimostrare di saper reggere l’urto di una squadra rinvigorita.