Su Sky Sport, Ibrahimovic ha raccontato un retroscena del suo primo arrivo al Milan, del rapporto con Pioli e dei progetti a medio termine
Al Milan, Zlatan Ibrahimovic sta vivendo la sua seconda giovinezza, merito pure di Stefano Pioli. Lo svedese ha parlato del suo rapporto con il tecnico rossonero nel corso di un’intervista concessa all’ex compagno di squadra Massimo Ambrosini per “23”, programma che l’ex centrocampista conduce su Sky Sport.
Ibrahimovic davanti all’amico si è messo a nudo e ha rivelato diversi particolari della sua carriera e del presente al Milan. Per il suo primo arrivo a Milanello fu determinante la ferma volontà dell’ex amministratore delegato Adriano Galliani: “Si è presentato a casa mia, a Barcellona, ha levato la giacca e mi ha detto andrò via soltanto dopo che avrai firmato”.
E spiega ancora la dinamica dei fatti: “Già la settimana prima avevamo giocato in amichevole un Barcellona-Milan e in quella circostanza tutti mi chiesero di tornare in Italia. Il primo giorno, in allenamento ricordi feci un record nei test. Al Milan non mi mancavano gli stimoli perché in squadra c’erano grandi calciatori per cui sapevo che avremmo potuto vincere qualcosa”.
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Il Milan era anche la rivincita di Ibrahimovic: “Per me rappresentava una sfida, non ho mai capito se e perché fosse un problema la mia presenza a Barcellona ma ho deciso di andare via da vero uomo”.
Particolari gustosi però Zlatan Ibrahimovic li ha regalati pure a proposito del suo presente. Accolto con un pizzico di scetticismo ha risposto sul campo dimostrando di poter essere ancora molto utile al Milan.
Lui non ha mai avuto nessuna perplessità: “Alcune volte i calciatori a causa dell’ego non riescono ad accettare che sia finita ma io sono sempre stato realista. Quando ero al Manchester ho capito che non sarei riuscito a reggere certi ritmi in Inghilterra e per questo motivo mi sono trasferito in America”.
Con i Galaxy si è ritrovato: “Lì mi sono allenato benissimo per due anni, sono tornato a sentirmi vivo e allora ho scelto di tornare in Italia. I primi mesi al Milan però non sono stati semplicissimi perché non mi allenavo da un po’”.
Ora Ibrahimovic è al top con poche mosse: “Dieci anni fa sapevo di poter abbassare la mia posizione per giocare la palla, adesso non lo faccio più perché ho bisogno di restare vicino alla porta per non perdere lucidità. Pioli ha trovato il modo di esaltare le mie qualità, Mi mette nelle condizioni di aiutare la squadra, ho delle responsabilità sui miei compagni perché sono più giovani, alcuni non sono ancora abituati a vincere”.
Zlatan immagina un Milan da Champions: “Abbiamo fame ma non ci poniamo degli obiettivi. Juventus e Inter sono più forti ma penso che noi possiamo entrare nelle prime 4 posizioni. Per farlo però dobbiamo mantenere sacrificio e disciplina”.
L’attaccante svedese, infine, rivela un altro aneddoto: “Avevo pensato di smettere perché i primi sei mesi sono stati molto duri, ho pensato di non voler più fare certi sacrifici a discapito della famiglia. Il giorno successivo però mi chiamò Pioli facendomi capire quanto fossi importante per il Milan. Mi ha convinto e non per una questione di soldi ma perché i valori e il rispetto contano di più. Mi sono rimesso in gioco per vincere anche questa sfida”.
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