“La Superlega è ancora viva”, Florentino Perez rompe il silenzio

Florentino Perez è tornato a parlare dopo il fallimento del progetto Superlega. Il presidente del Real Madrid ha spiegato i motivi di quanto accaduto

“Presidente della Superlega? No, presentami come presidente del Real Madrid”. Comincia così l’intervista a Cadena Ser di Florentino Perez, che spiega le ragioni di quanto accaduto in queste ore.

Che è successo: “Sono triste e deluso, erano anni che lavoravamo al progetto. Le 12 squadre della Superlega, l’anno scorso hanno perso 650 milioni, in questa circa i triplo. Questo formato di calcio non funziona, e abbiamo pensato a un format nel quale si affrontano le migliori d’Europa, iniziando ad agosto, non come la Champions, che entra nel vivo a marzo”.

I 12 big: “Insieme, sommiamo la metà dei tifosi calcistici di tutto il mondo. In 48 ore non avevo mai visto un’aggressività così forte da parte della UEFA e presidenti delle leghe nazionali. Ci ha sorpreso. Avevamo chiarito che le leghe restavano prioritarie, ma abbiamo ricevuto solo minacce e insulti, ma volevamo aiutare il calcio, salvarlo. I soldi sarebbero stati per tutti”.

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Tradimento: “C’era qualcuno nel gruppo delle inglesi che non aveva grande interesse a restare. Che ha firmato l’accordo, ma che non era mai stato del tutto convinto. E alla fine ha contagiato tutti gli altri. Hanno fatto capire che avremmo ammazzato il calcio, ma era una grande bugia. C’è gente che ha privilegi e non li vuole perdere. Non ho dubbi, comunque, che presto vedrà la luce un progetto molto simile”.

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Agnelli
Agnelli (Getty Images)

Florentino Perez: “Juventus e Milan non sono uscite dalla Superlega”

Assenti: “C’erano tre posti, da occupare con tedesche e francesi fisse, ed altre cinque in base al merito sportivo. Volevamo allargare con un’altra competizione da affiancare a questa, oppure lasciare la Champions. C’era possibilità di crescita per tutti”.

Squadre: “La Juventus non è uscita, nemmeno il Milan, il Barcellona lo sta pensando. Siamo aperti anche a rendere i 20 le prime 4 in classifica dei principali campionati. L’importante è riconquistare l’attenzione dei giovani. Se quello che abbiamo proposto non va bene, proponeteci un formato che funzioni e che generi soldi, altrimenti moriamo”.

Merito sportivo: “Il merito esiste, i 15 fissi sono quelli che negli ultimi 20 anni sono stati in alto in Europa, quelli più famosi sui social, che hanno più pubblico. Siamo tutti uguali, va bene, ma ci sono partite che non vede nessuno, partite che faccio fatica a vedere io stesso. Il format che ha proposto la UEFA è per il 2024, non so sinceramente che fine avremmo fatto nel 2024, ed è un formato che non capisce nessuno. Io stesso non l’ho compreso, e non sono un tonto”.

Contratti: “I contratti sono firmati e vincolati. Non ci saranno azioni legali, ma i contratti sono lì e vanno rispettati. Abbiamo deciso di sospendere il progetto e di rispiegarlo, cosa che forse avremmo dovuto fare dall’inizio, ma siamo aperti all’idea di trovare una competizione che generi soldi per il movimento, non per arricchire i ricchi, come si dice. Il Real Madrid non è ricco, è ricco di trofei”.

Fair Play Finanziario: “Dicono che vogliono renderlo flessibile, invece dovrebbe essere sempre più stretto, più solido. È fondamentale”.

Comunicazione: “L’idea era che ognuno parlasse nel suo paese, ma il giorno dopo ci hanno ammazzati ovunque. Sapevano che avremmo proposto questo progetto e ci stavano aspettando, proprio quelli che non vogliono rinunciare ai loro privilegi”.

Mercato: “Senza Superlega non ci saranno grandi movimenti. Non comprerò Mbappé senza Superlega? Non ho detto questo, ora pensiamo a chiudere questa stagione. La Superlega non è morta, assolutamente no, continueremo a lavorarci”.

Futuro: “Dobbiamo conquistare i giovani e le loro piattaforme, per farlo ci servono belle partite, partite importanti. Avevamo offerte di grandi operatori e sappiamo cosa chiede il mercato in questo contesto storico. Ma c’è gente che crede che sia tutto normale”.

Sergio Ramos: “Non ne voglio parlare, voglio pensare a finire la stagione. Ma gli voglio bene come a un figlio”.

Tifosi: “Sono i padroni del calcio, comandano loro. È la verità”.

Ronaldo: “Il suo ritorno al Madrid è più una questione mossa dal suo entourage che altro”.