DAZN sotto i fari dell’AgCom e del Parlamento: l’intervista ad Andrea Montanari di ‘Milano Finanza’ in esclusiva a SerieAnews.com
Dopo quasi un mese da broadcaster ufficiale della Serie A, l’impatto di DAZN non è stato quello che in molti si attendevano. E adesso, i continui disservizi e i presunti ascolti gonfiati rischiano di mettere il colosso dello streaming nell’occhio del ciclone, tra AgCom e Parlamento. Per fare chiarezza, SerieAnews.com ha interpellato in esclusiva Andrea Montanari, firma di ‘Milano Finanza’: “Cos’è successo? Visti i tanti problemi, viste le tante segnalazioni dell’associazione dei consumatori e visto lo sviluppo deficitario della banda larga in Italia (il nostro paese è 25esimo su 28 per penetrazione della connettività in Europa ndr), l’AgCom è passata all’azione aprendo un’istruttoria circa il servizio offerto da DAZN, senza data di scadenza”.
Un primo punto fondamentale, al quale Montanari ne aggiunge un’altro di spessore sociale: “Non bisogna dimenticare che il calcio è l’oppio dei popoli, perciò la politica non poteva stare a guardare. Il calcio è lo sport nazionale e significa voti. Già qualche settimana fa, un deputato di LeU aveva annunciato un’interrogazione parlamentare sulla questione DAZN-TimVision. Da lì, anche la Lega aveva preso una posizione forte, chiedendo l’intervento dell’AgCom. Ed arriviamo a quello che è successo ieri, dopo le avvisaglie degli scorsi giorni”.
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E adesso, quindi, DAZN si trova sotto la stretta marcatura dell’AgCom e della politica italiana: “Nonostante DAZN abbia garantito la risoluzione di molti problemi, restano alcuni temi forti – continua Montanari, che li elenca uno dopo uno – Il primo è che va garantito un servizio uniforme e di qualità. Il secondo, invece, è relativo alla rivelazione degli ascolti, essenziale per la ridistribuzione di una parte dei 140 milioni di euro che DAZN paga alla Lega Serie A. L’unico ente autorizzato e certificato per rilevare gli ascolti è l’Auditel, mentre DAZN ha interpellato la Nielsen e la metrica presentata ieri non è valida”.
Un passaggio da non sottovalutare, se consideriamo l’effetto domino che una tale mossa rischia di avere sul comparto pubblicitario: “Gli investitori, dalla loro, vogliono dati certi. E in Italia, la Nielsen non è un ente certificato – ci spiega Montanari, che poi puntualizza – Questo significa che i dati di DAZN non possono essere utilizzati, per quanto siano corretti o meno. Di qui, anche l’UPA (associazione investitori pubblicitari) ha annunciato che è pronta ad intervenire pesantemente, per chiedere ed ottenere indicazioni chiare sugli ascolti di DAZN”.
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E’ questa la grande domanda, alla quale Montanari ha provato a rispondere: “Per tutta una serie di accordi firmati e cavilli legali, il pacchetto non può essere revocato, eccezion fatta per eventuali esposti da altri operatori in Procura o in Tribunale, e ad oggi non c’è nulla di simile all’orizzonte. Secondo fonti parlamentari, però, i politici sono molto attenti alla situazione. Per cui non è da escludere che, nei prossimi giorni, ci sarà una risoluzione della Camera dei Deputati contro DAZN. Può succedere, ma è prevedibile anche una semplice moral suasion dello stesso Parlamento nei confronti della piattaforma, per un migliaio di scenari che restano ancora vaghi e a venire”.
Poi, Montanari racchiude la summa del nodo DAZN: “Il discorso è semplice: tu piattaforma streaming devi garantirmi un servizio. E se non riesci a garantirmelo come pattuito, deve farlo qualcun altro o insieme a qualcun altro. E chi sia questo qualcun altro cercheremo di scoprirlo nei prossimi giorni”.
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