Il peggior disastro nella storia dell’Italia. Ma i guai del nostro calcio non c’entrano

La sconfitta dell’Italia con la Macedonia è, senza dubbio, il peggior risultato nella storia della Nazionale. Evitarlo era possibile.

L’Italia di Mancini è riuscita in un’impresa incredibile e impronosticabile appena qualche mese fa: cancellare nel modo più clamoroso tutta l’euforia dell’Europeo 2020. Impossibile minimizzare un disastro che è nettamente il peggiore della nostra storia calcistica.

Italia in campo
Italia (LaPresse)

Gli azzurri non erano mai mancati per due volte consecutive alla fase finale del Mondiale, che è divenuta ormai un ricordo lontano. Saranno almeno 12 gli anni senza parteciparvi: una generazione intera di bambini non saprà quali sono le emozioni che trasmette la competizione calcistica più bella del mondo. Assurdo.

Cadere col Portogallo a Oporto sarebbe stato dignitoso, farlo a Palermo con la Macedonia del Nord è inaccettabile. Era da settembre che l’Italia dava segnali negativi chiarissimi, con un solo, enorme ed evidente difetto: non saper far gol. I pareggi con Bulgaria, Svizzera (due volte) e Irlanda del Nord erano un campanello d’allarme che è rimasto inascoltato.

Mancini in panchina
Mancini (LaPresse)

Italia, disastro Mondiale. Ma i guai del nostro calcio non c’entrano

A Milevski è bastato parcheggiare il più classico degli autobus per rendere ancora una volta sterili i tentativi dei nostri, che hanno chiuso una gara stra-dominata con appena cinque tiri nello specchio. Mancini è rimasto fedele al suo 4-3-3, prendendosi addirittura il lusso di lasciare in tribuna Belotti, l’unica alternativa di peso a Immobile, e ha pagato il suo immobilismo col conto più salato di sempre.

Perché il calcio italiano ha difetti enormi, che su queste pagine abbiamo denunciato più volte, ma il disastro di oggi coi suoi peccati non c’entra nulla. Quest’Italia, campione d’Europa in carica, aveva mezzi e giocatori per battere Bulgaria, Svizzera, Irlanda del Nord e Macedonia.

I soliti discorsi su giovani, stadi e centri sportivi, per quanto sacrosanti, stavolta non bastano a giustificare un cataclisma senza precedenti. L’Italia doveva qualificarsi, aveva il dovere di riuscirci. E ha fallito.