Ronaldo nei guai, ufficiale la stangata: il gesto gli costa caro

Una dura decisione nei confronti di Cristiano Ronaldo dopo l’episodio che si è verificato sabato al termine della sfida contro l’Everton

La sconfitta con l’Everton sabato scorso ha fatto esplodere di rabbia Cristiano Ronaldo. Il portoghese al termine della sfida si è reso protagonista di un gesto poco edificante. Il calciatore ha infatti dato uno schiaffo su una mano ad un bambino autistico. Il gesto è diventato virale poiché è stato ripreso con gli smartphone da vari tifosi presenti in quel momento.

Cristiano Ronaldo incredulo
Cristiano Ronaldo (Ansa Foto)

La mamma del bambino in questione ha poi mostrato anche una foto del figlio con i lividi provocatogli dallo schiaffo di Cristiano Ronaldo e una delle condizioni dello smartphone del ragazzo che durante lo scatto d’ira del portoghese è caduto rovinosamente a terra. Ora per il campione è arrivato il conto ed è stato salatissimo.

Cristiano Ronaldo sconsolato
Cristiano Ronaldo (LaPresse)

Cristiano Ronaldo choc dopo lo schiaffo al bambino: ‘Save the Children’ gli revoca la carica di ambasciatore

Una brutta caduta per Cristiano Ronaldo. L’attaccante lusitano si è scusato attraverso i social per quanto accaduto sabato dopo la sconfitta rimediata dal suo Manchester United contro l’Everton, passato sui ‘Red Devils’ con una rete di Gordon.

Il pentimento dopo il grave gesto compiuto non è bastato all’ex Juventus e Real Madrid per evitare conseguenze. Simbolicamente, la condanna ricevuta ha un valore molto alto sotto il piano etico. L’organizzazione internazionale indipendente ‘Save the Children’, fondata nel 1919 a Londra ed oggi operante in 125 paesi, ha revocato la carica di ambasciatore di beneficenza a Cristiano Ronaldo. Un ruolo che il calciatore di Madeira occupava da 10 anni.

Nel suo messaggio di scuse, giunte su Instagram, Cristiano Ronaldo ha chiesto scusa a tutti per il gesto e ha invitato il bambino sul quale si è scaricata la sua ira ad assistere una partita all’Old Trafford in nome del fair play.