Salernitana, ecco la formula vincente che ha salvato i granata

Un’analisi dell’incredibile cavalcata della Salernitana dalla possibile estromissione dalla Serie A alla conquista della salvezza.

Idee, gioventù, progetto, lungimiranza. Abbiamo letto e sentito parlare di queste tre componenti nel calcio moderno così tanto da averle trasformate in dogmi ma anche nel tappeto perfetto sotto cui nascondere la polvere di una Serie A decisamente distante da quella dell’immaginario comune e dei desideri di ciascuno.

Iervolino festeggia con la Salernitana la promozione
Festa salvezza Salernitana (LaPresse)

Un nascondiglio sicuro, ma anche la risposta perfetta dinanzi alla domanda: “Cosa fare per cambiare la situazione?”. Eppure concretizzare i concetti espressi da ‘idee, gioventù, progetto e lungimiranza’… beh, in quel caso quasi nessuno ci è riuscito, a tal punto da mettere in discussione la validità della teoria. Quasi nessuno, fino a Danilo Iervolino e Walter Sabatini.

Il 31 dicembre del 2021 avrebbe potuto considerarsi chiusa la storia sportiva della Salernitana fino a data da destinarsi, a causa di una gestione sciagurata della vietata multiproprietà. Il calcio italiano era sul punto di scrivere una pagina sfacciatamente ignobile e invece ha finito per riempirne d’inchiostro un’altra da encomio.

Nicola dà indicazioni alla Salernitana
Davide Nicola, Salernitana (LaPresse)

Salernitana, la formula Iervolino + Sabatini + Nicola

Progetto e gioventù. Questo ha portato il patron Iervolino ai granata. Nell’era delle lobby e dei fondi, è difficile che un imprenditore singolo possa prelevare e gestire una squadra di calcio, trattandosi ormai di un’industria in tutto e per tutto votata al marketing. Eppure, in alcuni casi si può ancora. Si fa con una buona dose di coraggio, indubbiamente di finanze ma sopratutto con un progetto di base. La sua genialità Iervolino l’ha ampiamente dimostrata nello storico professionale. Il 43enne napoletano, infatti, ha prima fondato l’Università telematica Pegaso. Giunto all’apice, ha saputo approfittare del momento giusto per capitalizzare, cedendola al Fondo CVC per 1 miliardo di euro. Avrebbe potuto forse fermarsi. Invece, qualche tempo dopo ha acquisito il 51% d Bfc Media, un’azienda che opera nel settore dell’informazione. Infine, è giunto alla Salernitana.

L’esperienza al servizio dei granata

Lungimiranza. Consapevole della necessità di una piramide di ruoli e di gerarchie per portare avanti con successo un’azienda, Iervolino ha coniugato alla perfezione il verbo “delegare”. Ha saputo lasciare nelle mani di chi sa guardare avanti il progetto sportivo nella sua formazione. Ha chiesto aiuto al più bravo di tutti, Walter Sabatini. Gli ha affidato l’impresa. Guai a chiamarlo miracolo, perché quelli “sono inconsapevoli”, ha detto testualmente il presidente. Ha così saputo toccare le corde giuste di un personaggio appassionato e passionale com’è il direttore sportivo della Salernitana. Sabatini ha attivato i suoi contatti e le sue antenne arrivando a undici giocatori: Sepe, Mazzocchi, Fazio, Dragusin, Radovanovic, Bohinen, Ederson, Verdi, Mousset, Mikael e Perotti.

La regola non scritta

Sulla carta probabilmente nessuno ne avrebbe immaginato l’apporto eppure vale la regola più antica di sempre: che siano funzionali, che siano esperti perché sanno come approcciare alle sfide complicate e come gestire uno spogliatoio in caduta libera. E l’altra: che siano giovani, che abbiano fame.

La “Cura Nicola” per la Salernitana

Progetto. Last but not least, Davide Nicola. L’allenatore gioca al salvi tutti nel male, e nel bene viene elogiato. È una consuetudine. Invece il tecnico della Salernitana è stato esaltato a prescindere, con giusta ragione, durante tutta l’impressionante cavalcata. Iervolino l’ha interrogato e poi scelto, quando si sono confrontati sulle idee che ciascuno aveva in mente per realizzare l’impossibile. Numeri alla mano, se il campionato granata fosse cominciato con l’arrivo in panchina di Nicola, la Salernitana avrebbe chiuso undicesima in classifica con una media di circa 1,28 punti a partita. La “Cura Nicola” ha avuto il suo medicinale principale sulla trequarti. Lo sviluppo della manovra, con attaccanti fisici e capaci di tenere palla, ha aperto agli inserimenti per i centrocampisti, i quali hanno fatto a loro volta affidamento sulla solidità difensiva, che il tecnico ha cercato di costruire con tutte le eccezioni del caso dovute alle limitazioni tecniche.

Obiettivo raggiunto

Crotone, Genoa, Torino… si direbbe che Nicola è attrezzato per realizzare l’impossibile, ma stavolta nemmeno lui ci credeva probabilmente, al punto che gli toccherà mantenere la parola data. “Se la Salernitana si salva, vado a piedi dal Papa“, disse il 15 febbraio in occasione della sua presentazione. Lo farà? Forse lo faranno per lui i tifosi, ai quali va una menzione speciale per aver regalato al campionato italiano il ritorno in toto del dodicesimo uomo. È andata così, la Salernitana resta in Serie A e il dogma non ha fallito.