Caos Mondiali, ripescaggi e polemiche: cosa sta succedendo in Ecuador

L’Ecuador riuscirà ad andare ai Mondiali di Qatar 2022 o il Cile la spunterà? Nuovi incredibili risvolti sul caso Byron Castillo e una data per la decisione finale.

Il 15 settembre, a poco più di due mesi dall’inizio dei Mondiali di Qatar 2022, si delineerà definitivamente il destino dell’Ecuador e quindi quello della Nazionale cilena. La Commissione Disciplinaria della FIFA ha convocato per tale giorno Byron Castillo. Il difensore è divenuto protagonista di un caso di possibile frode e falsificazione di documenti,  circa la sua reale nazionalità, età e anche nome completo, che potrebbe costare all’Ecuador la partecipazione alla kermesse continentale.

L'Ecuador estratto per i gironi dei Mondiali di Qatar
Sorteggio gironi Qatar 2022 (LaPresse)

L’organo principale del calcio aveva optato per chiudere definitivamente il caso, ma il Cile ha proseguito in appello. La federazione è sicura di avere le prove a disposizione per la squalifica dell’Ecuador. La Nazionale ha schierato in campo svariate volte, in particolare durante le Eliminatorie per i Mondiali di Qatar del 2022, il giocatore che sarebbe però di nazionalità colombiana e avrebbe falsificato i suoi documenti.

Il 15 settembre Byron Castillo è chiamato a esporre la sua versione dei fatti in udienza, poi sarà presa la decisione conclusiva. Eduardo Carlezzo, avvocato della Federazione cilena, ha affermato pubblicamente: “Abbiamo proporzionato una quantità significativa di prove alla FIFA che dimostrano che il giocatore è nato in Colombia e il suo atto di nascita ecuadoriano è falso. Finalmente il 15 settembre Byron Castillo ha l’opportunità di spiegare la situazione. Dopo la giustizia potrà fare il suo corso”.

Castillo in campo di spalle
Byron Castillo (LaPresse)

Ecuador, il caso Byron Castillo: spunta l’audio del 2018

Il Cile si sente molto motivato e attendista sulla questione, perché ha fornito prove che potrebbero rivelarsi contundenti, ovvero due certificati di nascita di Byron Castillo, uno fornito dal comune di Tumaco (Colombia) e l’altro relazionato alla città di Playas, in Ecuador. I due atti presentano delle incongruenze. In particolare modo nel primo caso il giocatore risulterebbe nato nel 1995 mentre nel secondo nel 1998.

Tuttavia non è certo che Byron Castillo si presenti dinanzi alla Commissione a dichiarare, poiché il suo avvocato Andrés Holguín a ‘Radio La Redonda’ ha affermato che non c’è l’obbligo di rispondere alla chiamata: “Questa partita si può giocare per tre giorni consecutivi, dieci volte e il risultato continuerà a essere lo stesso. Se il signore Carlezzo vuole vendere delle bugie alla sua gente, il risultato continuerà a essere in favore della Federazione Ecuadoriana”.

Tuttavia, la serenità dei legali di Castillo e della Federazione ecuadoriana nella giornata di ieri è stata scossa dai documenti ottenuti e condivisi dal prestigioso ‘Daily Mail’. In particolare, il tabloid inglese ha diffuso un audio attribuito al difensore nel quale confesserebbe agli investigatori della Federazione Ecuadoriana nel 2018 di aver ricevuto anni addietro l’aiuto di Marcos Zambrano per i suoi documenti. Zambrano è un noto assistente di calciatori in Ecuador e già in passato è stato protagonista di alcune azioni legalmente polemiche. Parlando di lui Castillo afferma nell’audio: “Avevo bisogno di aiuto perché volevo offrirne alla mia famiglia. Lui sa com’è la situazione lì a Tumaco (Colombia). Sono arrivato e ho cominciato a giocare senza nessun problema al San Lorenzo (Ecuador) e ora ne sono venuti fuori tanti”.

Le incongruenze nei documenti di Castillo

Il giornalista Gustavo Lopez ha condiviso su ‘Twitter’ le immagini dei due atti di nascita incriminati di Castillo. In quello colombiano il nome completo risulta essere Bayron Javier Castillo Segura, così come afferma nell’audio filtrato. Un secondo elemento, oltre la data di nascita, che propenderebbe in favore della versione della Federazione cilena. Tuttavia, la frase più grave sarebbe quella in cui Castillo ammette la falsificazione del passaporto. Infatti, descrive puntualmente di aver abbandonato la città di Tumaco, attraversando la frontiera, per arrivare a San Lorenzo, un cantone in Ecuador, dov’era più facile cominciare la carriera di calciatore, alla stregua di suoi amici. Infine, nell’atto di nascita che dal Cile considerano falso, mancano le impronte del dito del giocatore. Ciò fomenta i dubbi, essendo invece presenti nel certificato che lo riconduce all’origine colombiana.

La difesa dell’Ecuador

L’audio è piuttosto dettagliato, ma in favore dell’Ecuador c’è che venne alla ribalta già anni addietro in occasione del trasferimento da un club all’altro e come spiegato di risposta da Andrés Holguín, avvocato del giocatore, a ‘Machdeportes’, radio ecuadoriana: “Nel processo della FIFA quest’audio non può essere presentato come prova, perché non è stato presentato in prima istanza e nemmeno in appello, quindi non interferisce in niente. La registrazione che sta circolando non è niente di nuovo e inoltre un giudice costituzionale non l’ha considerata come prova, perché non si poteva certificare che fosse di Castillo. Il Cile vuole per forza entrare ai Mondiali dalla porta del retro”.

Byron Castillo in campo con l'Ecuador
Byron Castillo, Ecuador (LaPresse)
I dettagli che fanno sperare il Cile

Comparando i documenti, emergono inoltre altri dettagli. A Tumaco è stato possibile risalire anche al certificato di battesimo del calciatore, lo stesso non è accaduto in Ecuador cercando sotto il nome di Byron David Castillo Segura. Nessun registro civile in Ecuador ha riconosciuto o registrarlo il certificato di nascita del difensore come invece accaduto in Colombia. Senza trascurare il fatto che le due città sul certificato di nascita distano circa 12 ore una dall’altra in auto e non è stato possibile rinvenire parenti del calciatore in Ecuador, così come le firme del padre sui due documenti non sono assimilabili.

L’unica alternativa plausibile sarebbe immaginare che la madre del giocatore all’epoca avesse deciso di spostarsi per partorire in Ecuador. Tuttavia, risulta complicato immaginarlo, poiché le strade nel 1995 o 1998 erano decisamente dissestate rispetto ad oggi e non sarebbe stato ragionevole compiere un viaggio in auto di almeno 13 ore nelle sue condizioni. Ad ogni modo, ciò è parte del campo delle supposizioni avanzate dal Cile.

Mancano pochi giorni e arriverà finalmente l’epilogo, ma la sensazione è che ciò potrebbe protrarsi anche oltre le date stabilite e possa diventare per la Federazione cilena una causa per la quale continuare a battersi, a prescindere dai Mondiali del 2022. Il TAS sarebbe, infatti, l’ultima chance per ‘La Roja’. Intende ricorrervi, qualora la FIFA nuovamente respingesse le accuse verso Castillo. Al momento, dinanzi alle nuove prove, FIFA e Federazione ecuadoriana hanno rifiutato di fare qualsiasi commento pubblico.