Riecco Enrico Camelio con la sua rubrica settimanale: da Thiago Motta agli esperimenti di Baroni, la Flop Parade si accanisce sugli allenatori
C’è chi inciampa, chi si perde per strada e chi decide di prendere la rincorsa e schiantarsi direttamente contro il muro. Questa settimana la nostra Flop Parade torna con tre protagonisti che, in modi diversi, si sono guadagnati il nostro podio irriverente. Tra scelte tecniche incomprensibili, atteggiamenti da Oscar per il miglior dramma e scuse che neanche nei peggiori bar di provincia si sentono più, ecco il meglio (o il peggio) della settimana calcistica. Non serve il VAR per assegnare i nostri premi, qui i flop sono chiari come un rosso diretto. Pronti? Partiamo!
Un grande classico del calcio europeo che ormai conosciamo bene: Sergio Conceiçao non riesce proprio a tenere a freno i nervi. Questa volta, però, ha davvero superato se stesso con l’ennesima sceneggiata a bordo campo.
A Roma lo definirebbero “un coatto antico”: gesti esagerati, grida eccessive e quel bisogno costante di attirare l’attenzione come se fosse una prima donna. Patetico? Forse. Evitabile? Assolutamente sì. Calabria, intanto, può dormire sonni tranquilli: per fortuna c’è chi gli dà una mano a salvarsi dall’occhio del ciclone. Sergio, è tempo di prendere un respiro profondo e ricordarti che il calcio è uno sport, non una soap opera.
“Troppi impegni”. Quante volte abbiamo sentito questa scusa? Thiago Motta, però, riesce a portarla a nuovi livelli di inutilità. Tre impegni settimanali sarebbero il problema? Qualcuno avvisi Guardiola e Ancelotti, che evidentemente vivono su un altro pianeta. La verità è che le grandi squadre convivono con il calendario fitto, senza piangersi addosso. E ora sì che si complicano le cose, scuse o non scuse.
Qui, invece, siamo al livello dell’amico che non va a giocare a calcetto perché “ha mal di schiena”. Thiago, la Juve merita un allenatore che trovi soluzioni, non scuse. Gli alibi non portano punti in classifica, ma almeno ti garantiscono un posto d’onore nella Flop Parade.
La Lazio aveva una chance importante, ma Marco Baroni ha deciso che era il momento giusto per mettersi a fare il fenomeno. Il risultato? Una mossa tattica che nessuno ha capito, neanche lui, con l’esclusione di Nicolò Rovella dalla formazione titolare. Lasciare fuori uno dei giocatori più in forma per chissà quale alchimia strategica è stato un azzardo che non ha pagato.
Questa non è una partita di scacchi, e purtroppo per Baroni, quando si rischia troppo spesso si cade. La prossima volta, meno esperimenti e più concretezza. La Lazio è una squadra che ha bisogno di certezze, non di sorprese, sperando che il mercato venga in aiuto all’allenatore biancoceleste.
Che ne pensate? Enrico Camelio, come sempre, non fa sconti a nessuno. Appuntamento alla prossima settimana per scoprire chi salirà sul podio dei flop!
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