Il Milan se lo tiene stretto, ma il mercato non dorme. Tra clausole alte e nuove tentazioni, il futuro di Leao resta un’incognita
Ogni stagione, il copione è lo stesso. Si riavvolge il nastro e si ritrovano gli stessi capitoli: un’accelerazione che disegna traiettorie di luce, un blackout improvviso che spegne San Siro, una giocata da urlo che riaccende tutto. Rafa Leao è questo. Ma è anche di più. È il simbolo di un Milan che, agli occhi dei tifosi, continua ad avere la sua faccia.
Se c’è un volto capace di rappresentare oggi la curva, le maglie vendute e i sogni europei, è il suo. Eppure, anche un simbolo può finire sul mercato. Soprattutto se qualcuno si presenta con una valigia carica di milioni. Il paradosso è tutto qui: trattenere il 10 per ricostruire attorno a lui oppure accettare l’idea di una plusvalenza record e ripartire da capo?
Anche la sua stagione è stata un classico. Lampi, blackout, discussioni. Ma anche numeri. Gol, assist, strappi. Momenti da fuoriclasse e altri da spettatore. Il solito contrasto che lo accompagna: quando sembra pronto a spaccare il mondo, inciampa nei suoi silenzi. Ma poi basta un’accelerazione, e tutto cambia.
A livello contrattuale, il Milan è coperto. Il rinnovo è stato firmato, la scadenza è fissata a giugno 2028. Nessuna urgenza. Come riporta la Gazzetta dello Sport, non c’è l’esigenza di cedere. Ma la durata di un contratto, oggi, serve più a proteggere un valore che a blindare una bandiera. E Leão bandiera, per ora, lo è solo nel cuore del tifo.
La clausola? C’è, attivabile da luglio. Ma vale 175 milioni e incide poco. È talmente alta da sembrare più una barriera psicologica che una reale base di trattativa. I discorsi veri si muovono altrove: nelle idee, nei progetti, negli ingaggi fuori scala.
Ok, il Milan vende Leao: ma chi può permetterselo?
Ammettiamo quindi anche Le destinazioni possibili si contano sulle dita di una mano. O forse su due dita sole, massimo tre. Premier League e Arabia Saudita. Due universi paralleli, entrambi in grado di reggere l’urto di un’operazione da top player, tra cartellino e stipendio. Con un possibile sviluppo a sorpresa che sarebbe la terza via.
In Inghilterra il suo nome circola da tempo, e le pretendenti non mancano. In Arabia, invece, si è capito che il concetto di “incedibile” non esiste più: tutti hanno un prezzo, spesso più basso di quanto si pensi. E per Rafa, quel prezzo non sarà comunque banale.
Attenzione poi a una possibile terza via, che conduce in Francia e più precisamente a Parigi. E attenzione, non necessariamente nel “solito” PSG: è appena salito in Ligue1 il Paris FC, proprietari Red Bull e Arnault, e ha già annunciato una campagna acquisti faraonica. Chi dice che uno degli obiettivi non possa essere proprio Rafa Leao?
Il Milan osserva. Il club rossonero deve ancora capire se costruire attorno a questo talento imprevedibile o se cambiare rotta, puntando su un’identità più stabile e meno legata all’istinto. Non spinge per venderlo, ma non lo esclude. Dipenderà da Leao, dalle sue intenzioni e da quanto verrà offerto. Perché oggi, nel calcio globale, i simboli resistono finché non arriva un’offerta indecente.