Giuntoli non fa giri di parole, ma Vlahovic lo sa bene: non basteranno due partite per cambiare il giudizio. Si può continuare? Sì, ma ad una condizione
Dusan Vlahovic contro la Lazio ha giocato soltanto uno spezzone. Il motivo è ovvio: non è ancora al meglio. Dopo l’infortunio che l’ha costretto a saltare tre partite, il rientro è stato graduale. Ma è probabile che nelle ultime due – quelle decisive nella corsa Champions – Vlahovic torni titolare, con l’obiettivo minimo di arrivare alla doppia cifra in campionato. Anche solo per chiudere con un minimo di dignità.
Ormai si può dire senza giri di parole: la sua stagione è stata deludente. E non ci sono più margini per ribaltare il giudizio. Due partite sono troppo poche per cancellare quanto poco è stato fatto fin qui.
Colpe sue? In parte sì. Non tutte, ma nemmeno poche. Perché se da un lato è vero che la Juve non ha brillato e che lui è stato spesso ostracizzato dal vecchio allenatore, dall’altro il serbo ha messo del suo. O meglio, ha tolto. Tanti gol sbagliati, tante partite in cui sembrava spento. I tifosi lo hanno fatto notare più volte, sui social e allo stadio. E nemmeno la società può dirsi soddisfatta.
Nel pre-partita di Lazio-Juve, Cristiano Giuntoli è stato chiaro. Alla domanda su Vlahovic, ha risposto con una frase che può sembrare diplomatica, ma che in realtà è molto netta: “A fine stagione ci sederemo col suo agente e valuteremo il da farsi. Decideremo insieme se è il caso di proseguire o se dovremo prendere altre strade.”
Ecco, quel “decideremo insieme” dice tutto. È una formula morbida per introdurre un bivio già piuttosto tracciato. Il contratto di Vlahovic scade nel 2026, ma l’ingaggio previsto per la prossima stagione – circa 12 milioni – non è più sostenibile per questa Juventus. A queste cifre, o sei un trascinatore o sei un problema. E Vlahovic, per ora, è stato più un problema che una risorsa.
Vlahovic resta alla Juve? Sì, con un rinnovo al ribasso…
Il messaggio per lui e per il suo entourage è questo: o si ragiona su un rinnovo con una spalmatura, oppure bisogna iniziare a prepararsi alla separazione. Per la Juve non è semplice liberarsi di un giocatore così pagato, con un ingaggio tanto pesante. Ma una decisione va presa, e va presa presto.
Le ipotesi sono quelle che girano da settimane. L’Arabia Saudita è sempre una possibilità – magari poco romantica, ma economicamente concreta. Oppure qualche club emergente con soldi freschi e meno pretese. Di certo la Juve non farà muro: l’obiettivo minimo è evitare una minusvalenza. Il che significa incassare almeno una ventina di milioni, anche se è ben lontano dai 70 pagati alla Fiorentina. Ma la realtà è questa.
C’è anche un’altra opzione sul tavolo, meno chiacchierata ma comunque possibile: restare fino alla scadenza e poi salutarsi a parametro zero. Non sarebbe il massimo per nessuno, ma se Vlahovic dovesse decidere di restare e non volesse ridurre l’ingaggio, potrebbe finire così. Magari con un’altra stagione, finalmente da protagonista, per capire una volta per tutte se questo matrimonio ha ancora senso.
La palla, stavolta, non è solo della Juve. Vlahovic ha qualcosa da dimostrare. Non al pubblico, non alla critica. A se stesso.