Un allenatore che riparte, un dirigente che muove il primo passo, un giocatore che si sente pronto. Il Milan disegna la sua nuova difesa senza proclami
Igli Tare e Massimiliano Allegri si sono appena seduti, ma il Milan ha già messo il piede sull’acceleratore. Il mercato comincia a delinearsi, e per una volta si parte dalle uscite. Perché è lì che si fa spazio, si raccoglie e poi si reinveste.
Il primo tassello è Reijnders, diretto verso il Manchester City. Poi toccherà a Maignan, destinazione Chelsea, sempre che gli inglesi trovino il modo di mettere sul tavolo la cifra giusta. Non c’è ancora l’annuncio, ma la strada è tracciata.
Due cessioni pesanti, ma anche due operazioni che portano in cassa una cifra attorno ai 100 milioni. Non male, soprattutto in una stagione in cui i soldi europei non ci saranno e bisognerà cavarsela con le risorse interne. E in questo, il Milan è già più avanti di altri: se si liberano posti giusti, e si monetizza bene, allora si può anche costruire.
La priorità, inutile girarci attorno, è la difesa. Allegri non è mai stato uno da moduli fissi, ma il 3-5-2 resta una delle sue zone di comfort, soprattutto quando c’è da ripartire e ricominciare. E per giocare a tre dietro, servono centrali. Gente strutturata, pronta, affidabile. Non per forza fenomeni, ma gente che sa cosa fare in campo e come tenere la posizione. E il primo nome che gira attorno a questa idea è uno che, in fondo, si è già candidato da solo.
Milan, idea Bijol: lui si è già candidato
Si tratta di Jaka Bijol, centrale dell’Udinese. Sloveno, 25 anni, con una Serie A già alle spalle fatta di partite dure, di salvezze sudate, di marcature complicate. Uno che sa il fatto suo, e che soprattutto ha appena detto chiaramente di sentirsi pronto per fare un passo in avanti: “Sono grato all’Udinese ma mi sento pronto per fare il salto. E al Milan questa cosa è arrivata forte e chiara.
Ora, il problema è che l’Udinese non ha intenzione di svenderlo. La valutazione è tra i 20 e i 25 milioni, e da quelle parti non fanno sconti. Però potrebbe non servire una contropartita. Magari basterà un assegno giusto, scritto bene e recapitato nel momento giusto. E il Milan, soldi alla mano, potrà decidere se affondare o no.
Bijol è uno che rientra nei parametri: giovane, già pronto, con margini di miglioramento e adatto a un calcio pragmatico come quello di Allegri. Non sarà una figurina da copertina, non è il tipo da magliette vendute a pacchi. Ma in campo ci va, e ci va bene. Per Allegri può essere il primo nome da cui partire per costruire la linea a tre. E per Tare può essere il primo colpo da dirigente rossonero, soffiandolo peraltro all’Inter che pure lo seguiva attentamente.
Un investimento sensato, in linea con quello che il Milan vuole diventare: una squadra solida, con meno svolazzi ma più testa. Bijol ha detto di essere pronto. Ora tocca al Milan decidere se credergli.