Non si va solo per soldi, ma anche per giocare con l’idea di una squadra tutta da plasmare. Inzaghi l’ha presa come una sfida, e ora i nomi iniziano a essere quelli giusti. Il sogno saudita comincia a fare sul serio
Quando si è trasferito in Arabia Saudita accettando un contratto faraonico anche per lui, Simone Inzaghi l’ha fatto sicuramente per i soldi, sarebbe ipocrita sostenere il contrario, ma anche e soprattutto per divertirsi un po’ con quel denaro. La dirigenza dell’Al Hilal gli ha promesso una squadra da costruire a immagine e somiglianza. E già il materiale di base non era malaccio: Koulibaly, Milinkovic, Savic, Mitrovic, Ruben Neves. Mica roba da campionato aziendale.
Ora però, con l’arrivo di Inzaghi, il mercato si fa ancora più serio. E infatti si è già mosso qualcosa, anzi più di qualcosa. Il primo nome grosso, forse il più funzionale alla sua idea di gioco, è Theo Hernandez. Dopo settimane di corteggiamento, tira e molla, richieste e rilanci, alla fine Theo ha detto sì. In Arabia ci va lui, e non è poco.
Sarà il titolare sulla fascia sinistra, prendendo il posto di Renan Lodi. Un upgrade non da poco, ma il fatto che comunque Theo vada a prendere il posto di un calciatore di ottimo livello come il brasiliano la dice lunga sul progetto dell’Al Hilal.
Ma la sensazione è che Theo sia solo l’inizio. Il piatto forte, quello che intriga Inzaghi (e non solo lui), deve ancora arrivare. Il nome è noto, e da settimane rimbalza ovunque: Victor Osimhen. Finora ha sempre detto no, testardo com’è. Ma l’Al Hilal ci sta provando con tutta la forza possibile: 40 milioni netti a stagione. Più che una proposta, una vertigine. Se accetta, è fatta. E l’Al Hilal prende una dimensione nuova, internazionale per davvero.
Victor Osimhen accanto a Mitrovic fa paura. Non solo in Arabia, ma pure in Europa, in Sudamerica, al mondiale per club. E forse è questo il piano vero di Inzaghi: costruire una squadra che non domini solo a Riad, ma che possa dire la sua anche fuori, nelle sfide vere. Quelle che valgono prestigio e reputazione. Non solo assegni.
La formazione dell’Al Hilal di Inzaghi: una squadra di livello europeo
Nel frattempo la rosa si sta riempiendo anche altrove. In difesa, oltre a Koulibaly, potrebbe arrivare Francesco Acerbi, fedelissimo di Inzaghi fin dai tempi della Lazio. Lo vuole, lo conosce, lo considera essenziale per la linea a tre. E infatti si sta ragionando proprio su quello: un 3-5-2 con Cancelo a destra, Theo a sinistra, Acerbi in mezzo a guidare la linea.
Se il modulo sarà quello, servirà anche un altro centrale. Ma il mercato è lungo e di soldi ce ne sono. Quella che vi proponiamo è una formazione “quasi” realistica, aspettando che si completino i possibili trasferimenti che vi abbiamo già illustrato. Gli unici che non fanno ancora davvero parte dell’Al Hilal attuale sono Acerbi e Osimhen, dato per fatto Theo. Ma immaginate da qui a settembre se dovessero arrivare anche un altro centrale difensivo e un mediano di rottura.
In mezzo, la qualità non manca. Ruben Neves e Milinkovic-Savic sono garanzie assolute. Si era provato anche per Anguissa, che però ha scelto di restare al Napoli. Non è detto che non arrivi un altro nome: Inzaghi l’ha chiesto, un mediano “vero”, muscolare. Intanto si lavora con quello che c’è, che non è poco.
E poi c’è anche l’opzione piano B. Se arriva Osimhen, e con Malcom già in rosa, si potrebbe anche virare su un 3-4-1-2. Più soluzioni, più varianti, più profondità. Inzaghi questo lo sa. E forse è proprio quello che lo affascina: la possibilità di cambiare pelle, di sorprendere.
A dirla tutta non era partita benissimo, la sua avventura saudita. Qualche mugugno, qualche voce storta. Ma adesso, piano piano, il mosaico sta prendendo forma. E Simone Inzaghi potrebbe davvero togliersi delle belle soddisfazioni. Anche in Arabia.