Ricordate Eziolino Capuano su Mertens? Qualcuno potrebbe aver fatto pure peggio

A volte una frase è sufficiente per segnarti per sempre. Basta un tono sbagliato, una battuta fuori tempo, e il calcio non perdona. C’è chi ci è già passato e chi ora rischia lo stesso destino, se non peggio

Dries Mertens e Eziolino Capuano
Ricordate Eziolino Capuano su Mertens? Qualcuno potrebbe aver fatto pure peggio (Foto: Ansa/LaPresse) – serieanews.com

Succede sempre così. Una frase buttata lì, magari in un’intervista un po’ svogliata o in uno studio televisivo di provincia, mentre si analizza l’ennesimo acquisto di un club di Serie A. Ci si lascia andare a una battuta, a una previsione secca, di quelle da “ve lo dico io come va a finire”.

Poi passano gli anni, e quella frase torna. Come un boomerang, come una cartolina dalla memoria. E lì diventa marchio, etichetta, perfino condanna. Perché il calcio è strano, sì. Ma la rete – intesa sia come porta che come Internet – ha un’ottima memoria.

Chi ha vissuto gli anni Dieci da appassionato di calcio in Italia, un nome lo ha sicuramente sentito: Maurizio Pistocchi. Opinionista, volto noto, spesso divisivo. Ma su una cosa furono tutti d’accordo: quando disse che Arjen Robben gli ricordava Alessio Cerci, si superò.

La frase divenne virale prima ancora che la parola “virale” diventasse di moda. Una pagina Facebook dedicata, meme, prese in giro. Tutto. Cerci nel frattempo si perse, Robben divenne leggenda. E Pistocchi rimase lì, con quell’uscita che ogni tanto riemerge ancora, a caso, come le citazioni da scuola.

“Mertens farà 8 partite al Napoli”: la profezia al contrario di Eziolino Capuano

Ma non è stato il solo. Il grande Eziolino Capuano, che non ha mai avuto problemi a dire quel che pensa, una volta ne sparò una davvero grossa. Era il 2013, Napoli aveva appena pescato un esterno belga dal PSV. Uno sconosciuto per molti, faccia da fumetto e nome – Dries Mertens – che in Italia non si sapeva nemmeno pronunciare.

In tv, su una locale campana (Canale 34), Capuano disse la sua. Solo che sbagliò nome (“Martens”, con la A) e fece pure la previsione peggiore che si potesse fare: “Vedrete che Martens non giocherà più di 8 partite da titolare”. Otto. Una manciata. Un passaggio fugace.

Lo sapete com’è andata, no? Mertens è diventato il miglior marcatore della storia del Napoli. Ha vinto, incantato, segnato a raffica. E adesso, appena ritiratosi, ha scelto di tornare a vivere a Napoli, dove è stato nominato anche cittadino onorario. Altro che otto presenze. Altro che meteora.

Capuano, che nel frattempo è diventato un personaggio da cult, ha avuto la fortuna che le sue mille sparate successive abbiano un po’ diluito quella gaffe. Ma ora qualcuno rischia seriamente di batterlo. Di fare peggio. Di diventare il nuovo Capuano di Mertens.

Lo Monaco e il giudizio su Noa Lang: “Questo è una scorreggia”

Dodici anni dopo, stessa città, stessa squadra, stessi pregiudizi. Cambia il contesto, ma non la dinamica. Stavolta a parlare è Pietro Lo Monaco, ex dirigente del Catania, ai microfoni di Radio Marte. L’argomento è l’eventuale approdo di un esterno olandese al Napoli. Nome non ancora acclamatissimo, ma di quelli che incuriosiscono: talento, velocità, tecnica.

Pietro Lo Monaco
Lo Monaco e il giudizio su Noa Lang: “Questo è una scorreggia” (LaPresse) – serieanews.com

Lo Monaco però non la vede così. “Per carità, è un buon giocatore. Ma è una scorreggia. Segna pochissimo, e se a 26 anni nessuna big ha puntato su di lui, un motivo ci sarà”.

Bum. Una frase pesante come un mattone. E sui social è già partito il conto alla rovescia: se il ragazzo dovesse esplodere davvero, se diventasse centrale nel Napoli di Conte, quella definizione – “scorreggia” – gli si attaccherà addosso come la A di Martens.

Perché è così che funziona: basta una parola sbagliata, un tono un po’ altezzoso, e il web non ti molla più. Magari ha ragione, magari no. Ma se sbaglia, quella frase diventerà la sua etichetta per sempre. Un meme a vita. Anche più del famoso litigio con Mourinho, quando il portoghese allenava l’Inter. Perché José passa. Internet invece no.

Gestione cookie