Un legame personale che diventa ipotesi di mercato. Due problemi che potrebbero risolversi a vicenda. L’affare Rabiot-Milan non è poi così assurdo come sembra
Quando Adrien Rabiot chiama, Massimiliano Allegri risponde. E viceversa. Non è un’esagerazione, lo hanno detto i fatti e lo ha ammesso lo stesso centrocampista francese parlando di un rapporto che per lui è quasi quello tra padre e figlio.
Non un allenatore come gli altri, ma il punto di riferimento della sua carriera. E non è un caso se in un’intervista recente ha confessato che, se Allegri lo volesse, sarebbe disposto perfino a rinunciare alla Champions pur di seguirlo. Ecco perché la storia che sembrava solo un gioco di suggestioni potrebbe trovare un varco anche sul mercato.
La notizia è ormai ufficiale: il Marsiglia ha deciso di mettere Rabiot sul mercato. Motivo? Una lite furibonda con Jonathan Rowe, compagno di squadra e a sua volta finito in uscita. Lo spogliatoio non poteva reggere due personalità così esplosive. Ed è lì che l’idea ha preso forma: il Milan potrebbe sfruttare la situazione.
Detto così sembra semplice, ma non lo è. Rabiot al Marsiglia percepisce 3,5 milioni netti, che con i bonus toccano quota 5. Fuori portata per le attuali linee di bilancio rossonere. Servirebbe un ridimensionamento, e la palla finirebbe nelle mani della madre-agente Véronique, sempre protagonista nelle trattative del figlio. Rinunciare a qualcosa, in fondo, potrebbe farlo anche Rabiot stesso pur di rimettersi sotto la guida di Allegri.
Ma non è solo una questione economica, c’è anche il problema della rosa. Il centrocampo del Milan è affollato come mai negli ultimi anni: dentro Jashari, Ricci e Modric, già presenti Loftus-Cheek e Fofana, più Musah in cerca di sistemazione. Senza contare Adli e Bennacer, che restano fuori dal progetto.
Milan, Rabiot si può fare: se Bennacer entra nello scambio è un win-win
Ed è qui che l’incastro prende forma. Perché se Rabiot è diventato un problema per il Marsiglia, Bennacer lo è diventato per il Milan. L’algerino lo scorso anno è finito in prestito proprio in Francia, con un diritto di riscatto fissato a 11 milioni. Troppi, hanno detto i dirigenti marsigliesi. Ma il giocatore piace ancora, tanto che i contatti sono ripresi.
La sua situazione è speculare a quella di Rabiot: ingaggio pesante, ruolo centrale ma ormai logoro nella vecchia squadra, mercato complicato. Due esuberi di lusso, due contratti scomodi. Ecco perché uno scambio alla pari non sembra solo fantacalcio, ma la strada più logica per tutti.
Per il Milan sarebbe soprattutto la possibilità di liberarsi di un peso e guadagnarne uno con più senso tecnico e affettivo. Perché con Rabiot in mezzo, Allegri avrebbe l’uomo attorno al quale costruire il suo centrocampo. Certo, resterebbe l’abbondanza e qualcuno dovrebbe salutare, ma sarebbe un problema relativo se hai Ricci, Jashari e Rabiot oltre a un favoloso Luka Modric che ha già fatto capire che vuol dire la sua presenza al Milan.
E allora il discorso torna a Igli Tare. Toccherebbe a lui trovare la quadra, piazzando Bennacer in uscita e portando a Milano il giocatore che Allegri considera il suo punto fermo. Un’operazione “furba”, che risolve due nodi in un colpo solo.
Il Milan, fino a questo momento, ha lavorato con ordine, senza colpi a effetto ma con idee chiare. Inserire Rabiot nel mosaico significherebbe aggiungere un tassello di sostanza e di equilibrio. Forse non cambierebbe i titoli dei giornali, ma potrebbe cambiare la stagione.