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Inter-Torino, Lukaku salva Conte: ma Antonio è rimasto indietro

Scritto da
Marco Giordano

Inter-Torino finisce 4-2: ma, il risultato non inganni. Lukaku salva Conte con la solita doppietta, ma i dubbi restano sull’operato di mister Antonio

Inutile girarci attorno. La prima ora dell’Inter è stata imbarazzante: stando ai dati forniti da whoscored.com, gli uomini di Conte hanno tirato 5 volte, ma 0 verso lo specchio della porta. Il Torino, oltre agli 8 tiri nello stesso lasso di tempo, inquadrando per tre volte lo specchio, ha dribblato il doppio (5-10), ha vinto più contrasti aerei. Sono pochi indici che, dopo il rigore di Ansaldi, l’Inter ha provato a ribaltare, con orgoglio, con i nervi più che con l’organizzazione, con le idee.

Le reti sono arrivate in mischia e con un recupero palla di Hakimi che ha portato al rigore, oltre al sigillo finale di Lautaro Martinez. Romelu Lukaku si è messo l’Inter sulle spalle, caricata su quel fisico d’ebano monumentale, spazzando via la fragile difesa di un Torino che aveva perso anche Belotti prima del match. Eppure, la sensazione netta è una: quest’Inter non è da scudetto: fragile, vulnerabile in difesa, troppo incentrata sulla fisicità (dirompente in alcuni casi) dei suoi interpreti. Un’Inter che non segue il filo rosso del calcio che cambia.

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Esultanza dell’Inter di Conte dopo il sorpasso al Torino (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Il calcio cambia: Zhang ha l’allenatore giusto?

Minuto 63: segna Sanchez dopo il raddoppio di Ansaldi, con l’azione che parte da un veemente recupero di Vidal e da un Lukaku che li abbatte tutti in area a forza di spallate, lasciando lo spazio per il cileno. “Non siamo ancora una grande squadra”: lo ammette Lukaku a fine gara e la prima delle azioni (ma, anche le seguenti) della rimonta nerazzurra lo certificano. Non ci sono idee vere, non c’è un gioco moderno che sfrutti la rosa con un calcio verticale, intrigante, veloce.

Palla su Lukaku non giustifica uno stipendio da 12 milioni l’anno, non giustifica una difesa che ha subito già 13 reti. La domanda: non è ancora l’Inter di Conte, andrebbe probabilmente ribaltata: Conte è l’uomo giusto per questa Inter? Stiamo parlando di un allenatore che è capace di dare un gioco oltre che un’anima? L’Inter è in bilico in Champions, non vinceva in campionato da ottobre, ha battuto soffrendo un Torino che ha raggranellato appena 5 punti in 8 gare ed è in piena zona retrocessione.

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Tante spese, pochi riscontri: la dirigenza rifletta

Sono domande alle quali dovranno rispondere Marotta e Zhang ed anche in tempi brevi: Young, Sanchez (che oggi ha trovato il primo gol in campionato) e tanti altri sono giocatori fortemente voluti dal tecnico, con esborsi in termini di ingaggi che fanno tremare i polsi visti i risultati. Mentre Conte continua a contestare l’acquisto di Eriksen.

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