Maradona, ESCLUSIVO: Pasculli racconta il gol del secolo

Per parlare di Maradona, intervista a Pedro Pablo Pasculli, ex attaccante di Lecce e Casertana, campione del mondo con l’Argentina nel 1986

Pedro Pablo Pasculli non ha visto solo Maradona: lo avrà sentito russare, girarsi nel letto, quei pochi secondi che Diego ha concesso a Morfeo prima di dedicarsi al calcio. Erano insieme in stanza, ai Mondiali del 1986. Pasculli, non poteva ancora saperlo, oltre a diventare Campione del Mondo, sarà testimone della storia. La racconta, dalla sua prospettiva, a Serie ANews, sconvolto per la morte di Diego Armando Maradona, l’amico di una vita, il complice di un Mondiale, il compagno fedele che pochi conoscevano davvero. Lui sì.

Pasculli, lei sarà sconvolto. “Non ci sono parole. Sono profondamente triste. Ieri, alle 17, si è fermato il calcio. Se n’è andata la storia del calcio mondiale. In Argentina la gente non si dà pace, è stato proclamato lutto Nazionale per 3 giorni”.

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Chi era, per lei, Diego? “Un amico vero. Una persona stupenda. Diego aveva un cuore immenso. Se gli toglievi la palla, lui non era più felice. Ho legato la mia carriera alla sua, sono stato fortunatissimo ad averlo conosciuto. Ci siamo incrociati per la prima volta a 20 anni in Argentina. Ho scelto il Lecce e l’Italia perché lui era a Napoli. Condividere la stanza con lui, al Mondiale, è un’esperienza che non dimenticherò mai”.

napoli stadio maradona
Napoli, lo stadio San Paolo intitolato a Maradona (Getty Images)

Il gol secolo raccontato da Pasculli

Ce la racconti. “I nostri segreti rimarranno tali, posso descrivervi la gioia di quei momenti. Vincere quel Mondiale è stato stupendo. Una cosa posso dirvela: prima della gara con l’Inghilterra, i giornalisti provarono a gettare legna sul fuoco parlando della partita da un punto di vista civile, ricordando la guerra. Parlando di vendetta. Noi, invece, facemmo un patto: la squadra decise di pensare solo al calcio. Per noi era una partita. Speciale, certo, ma una partita. Ovvio che al termine della gara la soddisfazione fu doppia”.

Il gol del secolo dagli occhi di Pasculli, com’è stato? “Io ero in panchina. Quando Diego prese palla e superò i primi avversari, mi alzai. Subito capimmo che avrebbe fatto tutto da solo perché con gli occhi non guardava mai i compagni. Quando dribbla l’ultimo difensore e resta il portiere, ho vissuto un istante col cuore in gola. E ora, che farà? Il resto è storia. Settanta metri palla al piede. Poteva farlo solo Diego”.

Napoli piange il suo eroe. “Mando un forte abbraccio a tutti i tifosi. So per certo che il suo sogno era quello di tornare, un giorno, a Napoli, come dirigente. Purtroppo Dio non era d’accordo e ha scelto di convocarlo”.

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