Amaral al veleno su Totti: “Mi diceva n…o, avrei voluto picchiarlo”

L’ex centrocampista della Fiorentina Amaral ha raccontato a una tv brasiliana un presunto episodio di razzismo con protagonista Totti

L’episodio di Psg-Basaksehir ha riportato il tema del razzismo di forte attualità e pertanto fanno discutere le parole di Amaral, che nella tv brasiliana ‘SportTv’ è tornato indietro nel tempo scagliandosi contro Francesco Totti.

Secondo l’ex centrocampista di Fiorentina e Parma, l’ex capitano della Roma avrebbe utilizzato parole spregevoli nei suoi confronti in occasione dell’unica volta in cui i due si sono affrontati sul terreno di gioco.

L’episodio quindi risalirebbe a febbraio 2002, la partita in questione – Fiorentina-Roma – terminò 2-2.

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Amaral Totti
Amaral ha giocato nella Fiorentina dal 2000 al 2002 (GettyImages)

L’accusa di Amaral: “Avrei voluto picchiare Totti per quello che mi diceva”

Il caso Coltescu della partita di Champions ha provocato una grossa coda di polemiche. L’Uefa ha deciso di far proseguire la partita sospesa dopo 24 ore. Il giorno del quale parla Amaral invece tutto filò liscio. I giallorossi con le reti di Cassano e Emerson riacciuffarono i viola avanti con Morfeo e Adriano.

Le accuse di ottobre di Amaral all’indirizzo di Totti sono molto gravi. A riguardo di quella circostanza, l’ex centrocampista dice: “Ricordo che Totti mi chiamava ne… aggiungendo che io, in favela, mangiavo la m…a”.

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Il centrocampista brasiliano Amaral ha giocato per tre stagioni in Italia. La prima avventura fu al Parma nella stagione 1996-1997. Con i gialloblù conquistò poche presenze prima di tornare in patria al Corinthians. Tornò in Italia, successivamente, nel 2000 e rimase alla Fiorentina fino al 2002.

L’esperienza viola regalò ad Amaral, che ha al suo attivo pure dieci presenze con la maglia del Brasile, qualche soddisfazione in più. Tuttavia dopo questi due anni si trasferì in Turchia.

L’ex calciatore confida che avrebbe voluto “vendicarsi” con un intervento falloso per “rompergli qualcosa” ma fu invitato alla calma da Angelo Di Livio: “Mi disse di placarmi, che quello era il capitano. A me non importava perché mi stava mancando di rispetto. Avrei voluto picchiare Totti“.