Quest’anno l’Inter è stata dominatrice in Italia: riprendendo la metafora, ha solcato i mari meglio di chiunque altro. L’ho fatto fino al confine, ho fatto come le sue forze le hanno permesso ed anche imposto. Ora, il rischio ridimensionamento, si sente fin troppo squillante. La pandemia ha sconquassato i conti in tantissime società, non solo di calcio, non solo sportive. Ed in tanti hanno avuto bisogno di un sostegno, di un aiuto. Immettere danaro fresco, fare la classica iniezione di capitali non è un male in senso assoluto. Lo diventa se l’Inter sarà costretta a rincorrere un pareggio di bilancio che ad oggi le impedirebbe il salto che vuole Antonio Conte.
Le incertezze e stanno manifestando gli agenti dei calciatori simbolo di quest’Inter, i sacrifici richiesti e non accettati dai calciatori, ma anche un presidente che non fa chiarezza sul futuro ed un allenatore che si nasconde dai microfoni non sono il miglior presupposto per ripartire il prossimo anno. Soprattutto, se la dimensione dell’Inter non vorrà essere solo quella italiana. Ad un’Inter che possa imporsi in Europa, che voglia far strada in Champions, serve un presidente che abbia mire continentali. Questo è il motivo per cui Zhang deve far chiarezza: un momento difficile, alleviato da un prestito, può starci. Un progetto senza chiarezza non può essere il cuore del futuro del club.
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Il rampollo della potente famiglia cinese sia essere netto, chiaro, inequivocabile. Venda l’Inter, così come già era in animo di fare, se non può garantirle la dimensione continentale della quale ha bisogno: perché uno scudetto vinto così, senza un iter può serve solo a peggiorare i conti. Dia la possibilità, il gruppo Suning, ad una proprietà più solida di mantenere i nerazzurri nel gotha del calcio europeo. Oppure, passi ai fatti: blindi subito Antonio Conte e Lautaro Martinez per dare due segnali indelebili della sua volontà di continuare il percorso vincente alla guida dell’Inter.