Italia in finale: i cinque motivi per credere nel trionfo

L’Italia è in finale contro l’Inghilterra che parte con i favori ambientali e del pronostico. Ci sono, però, cinque motivi per crederci

La notte della finale si avvicina, istante dopo istante. Dal bunker azzurro filtra poco, ma c’è una sensazione che avanza inesorabile, dalla prima partita di questo Euro2020. L’Italia c’è ed ha una voglia matta di far piangere l’Inghilterra a casa sua, profanando il tempio di Wembley, rivoluzionando l’idea stessa di come l’Italia può vincere. Provando ad analizzare la partita, ci sono almeno 5 motivi per cui l’Italia di mancini può immaginare di vincere questa finale. Il primo è, inevitabilmente, legato al gruppo. E non facciamo riferimento solo al gruppo dei calciatori: non si può non tornare agli abbracci tra il ct e Vialli, al supporto di Salsano e Lombardo, alla fiducia che Roberto Mancini ha in Gianni Vio per preparare le palle inattive. Una compattezza granitica, che affonda in radici lontane e profonde, che trova il rinsalda amicizie e che si concretizza nella stima e nell’affetto che legga anche gli antagonisti. Perché Belotti è il primo ad abbracciare Immobile, perché Locatelli è il primo a supportare Verratti.
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Jorginho ed Insigne mostrano la maglia di Spinazzola
Insigne e Jorginho (Getty Images)

Dalla qualità alle pressioni: i motivi per cui l’Italia può farcela

Il secondo motivo è legato alla solidità. L’Italia ha sofferto tanto contro la Spagna, patendo il fraseggio e l’ampiezza degli iberici. Gli azzurri, però, hanno saputo abbassarsi come bisogna saper fare nel calcio moderno. In tal senso, hanno mostrato solidità nella coppia centrale Bonucci-Chiellini, nella certezza Donnarumma, ma anche nella capacità di chiusura di Giovanni Di Lorenzo e nel sacrificio che tutti gli altri interpreti hanno mostrato di voler assolutamente porre in essere.
Il terzo motivo prende un nome preciso: qualità. La qualità nel fraseggio di Jorginho, la qualità nelle giocate di Insigne, la qualità negli strappi di Chiesa, la qualità nella ricerca della profondità di Ciro Immobile. C’è tanta qualità in questa Italia, che ha perso quella di Spinazzola nell’attaccare gli spazi in modo praticamente unico in questi Europei. Ma, anche nelle alternative Mancini ha tantissime chance di poter pescare qualità, da Locatelli a Pessina passando per Berardi.
Il quarto motivo è ambientale: perché dopo quello che è successo con la Danimarca, con un dibattito che si è sviluppato anche nella stessa Inghilterra, l’arbitro Kuipers dovrà dimostrare di essere una garanzia totale. Si tratta di un fischietto di 48 anni dal quale non si potrà immaginare di avere una grande mobilità: ed allora è alta la possibilità che sia il Var anche ad incidere profondamente sugli episodi.
Il quinto ed ultimo motivo è forse il più importante. Perché nella vita e quindi anche nel calcio, senza fortuna non si va da nessuna parte. Mancini ha dimostrato che la buona sorte aiuta gli audaci: è dura serve l’ultima, fondamentale spinta.