Perché la Juventus non fa più paura a nessuno: c’è un dato disastroso

La Juventus non sembra far più paura a nessuno e dopo l’ennesimo inciampo della stagione, inizia a farsi chiaro il perché

“Siamo la Juventus e non possiamo perdere una partita così”: Allegri ci è andato giù pesante, ieri, dopo la sconfitta interna (la seconda della stagione) contro il Sassuolo. E nonostante la serie di risultati positivi, tra Champions League e Serie A, i bianconeri sembrano tornati al punto di partenza. A quel 14 settembre, anteriore alla prima vittoria stagionale, contro il Malmoe.

I dubbi sul ritorno di Allegri, sulla rosa della Juventus, sull’intero ciclo tecnico 2021-2022 dei bianconeri: tutto è tornato in prima pagina, ancor più forte di prima. E la vittoria del Sassuolo ha riportato in auge un qualcosa che i risultati dell’ultimo mese avevano (in parte) solo nascosto: questa Juventus, semplicemente, non fa più paura a nessuno.

Non trapela solo dalle sconfitte (con Empoli, Napoli e Sassuolo), ma anche e soprattutto dalle vittorie e dai pareggi di lusso arrivati tra settembre ottobre. Le vittorie stentate con Spezia e Roma, i due 1-1 contro le due milanesi: tutte partite che traboccano di indizi e campanelli di allarme, dove la Juventus non è riuscita a far altro che vincere di corto muso. Un modo elegante per dire ‘da squadra provinciale’.

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La Juventus non sa più far male e gli avversari lo sanno

Per carità, senza scadere in nessun partito preso nell’eterna lotta tra risultatisti giochisti, c’è un dato che deve far riflettere. Per produzione offensiva, la Juventus è la peggior big della Serie A, addirittura fuori dalla Top 10, al dodicesimo posto: secondo i dati di ‘StatsBomb’, per expected goals creati in queste prime dieci giornate di campionato, i bianconeri sono dietro anche a Verona, Empoli e Genoa e fermi ad un dato di 12.4 xG a partita.

E la formazione di Allegri è fuori dalla top 10 anche in materia di gol messi poi a segno (14 finora). Un dato curioso, se consideriamo che la Juventus è però quinta per tiri scagliati verso la porta avversaria (134, secondo la Lega Serie A) nel nostro campionato. E che, però, restituisce quanto la fase offensiva dei bianconeri sia poco efficiente e basata su spunti personali, non sempre ottimali in termini di pulizia.

Per farla semplice, i dati raccontano che la Juventus tirerà anche tanto, ma lo fa male e con occasioni di poca qualità. Inevitabile quando dici addio ad un grande realizzatore come Cristiano Ronaldo e pericolosissimo quando non abbini un comparto difensivo a totale tenuta stagna.

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Allegri in panchina
Allegri (Getty Images)

È una Juventus fragile e gli avversari sanno anche questo

Nel suo storico sulla panchina della JuventusAllegri non ha mai subìto più di 30 gol, in tutto il campionato (2018-2019). E anche un bambino di otto anni sa bene che, sulla tenuta difensiva, il tecnico livornese ha costruito gran parte delle sue fortune in bianconero. Addirittura, se si fa il paragone con la stagione 2015-2016 (l’unica comparabile a questa, per avvio malandato dei piemontesi), la Juventus concluse il campionato con lo spaventoso dato di soli 20 gol subiti.

Ecco, adesso, la formazione di Allegri è già a 13 presi. Soltanto in Serie A. La Vecchia Signora non è mai apparsa così fragile, per tenuta mentale e tenuta difensiva. E c’è una grossa differenza tra il non concedere gol e non concedere occasioni, dove anche la fortuna e l’errore avversario può incidere molto, più dell’organizzazione difensiva del reparto.

E se la Juventus non è capace di far (parecchio) male e neanche di non concedere più nulla, gli avversari non hanno più nessuna ragione per temere l’undici di Allegri. Anzi, ne possono avvertire l’odore del sangue e cavalcarne l’essere superabile. E questo galvanizza chiunque, che sia l’Empoli, il Sassuolo o la big nello scontro diretto. E per una squadra che sulla solidità e sullo status calcistico ha basato tutta la propria storia (almeno quella recente), può essere un durissimo colpo al futuro prossimo del proprio ciclo tecnico.