Grazie, Aguero: l’uomo dei record con Maradona nel destino

Un percorso nella storia del Kun Agüero, fatta di successi e record prima dell’addio a causa di un problema cardiaco.

Iconico, irriverente, talentuoso, simpatico, affettuoso, goleador e campione. Sergio Agüero è stato l’ultimo ventennio di successi del calcio argentino, perché mentre la Nazionale faceva fatica e le critiche subissavano i suoi connazionali, l’attaccante formatosi tra le fila dell’Independiente è stato costantemente vittorioso, scrivendo la storia della Primera División ma sopratutto quella della Premier League.

A differenza della maggior parte dei calciatori, il Kun non sognava l’Europa pur avendola conquistata. Sognava di indossare la maglia dell’Independiente nel massimo campionato argentino e l’ha fatto. Più di tutti. Complice un periodo economicamente complicato per la società del Rojo, nel 2003 la dirigenza invita il tecnico Oscar Ruggeri a concludere l’annata permettendo ai più giovani di mettersi in mostra. Così tocca a El Kun a soli 15 anni e 1 mese. Da qui comincia la sua storia di record: è il calciatore più giovane ad aver debuttato in Primera División nella storia del calcio argentino, battendo proprio Diego Armando Maradona, suo ex suocero.

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L'addio di Aguero con Guardiola, Laporta e Xavi
Aguero, Laporta, Xavi e Guardiola (Getty Images)

L’addio del Kun Agüero al calcio tra record e trofei

Per i tifosi dell’Independiente si tratta di un indiscutibile idolo e infatti ne aspettavano il ritorno. Il cuore l’avrebbe voluto ma allo stesso tempo l’ha impedito, per cui restano i ricordi. E tra i più straordinari ci sono quelli legati ai clasicos contro il Racing Club: Agüero li ha vinti tutti, tranne il primo, e ha segnato in ogni occasione. Chi può dimenticare quella doppietta nel 2006? É stato doloroso separarsi e probabilmente Sergio non l’avrebbe fatto ma accetta di trasferirsi all’Atlético Madrid in quello stesso anno soltanto perché sa che la sua cessione salverà l’Independiente. I soldi ricavati, infatti, vennero utilizzati dalla società di costruire el Estadio Libertadores de América. 

Con i Colchoneros, Agüero vince i suoi primi titoli tra cui l’Europa League dell’anno 2009-2010, ed è facilmente un’icona perché sono quelli i suoi anni migliori anche con la maglia dell’Argentina. Nel 2005, infatti, è il giocatore più giovane tra il gruppo albiceleste che vince la Coppa del Mondo Under-20 e due anni dopo bissa da capitano e capocannoniere. 

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I compagni di Aguero gli dedicano uno striscione con l'Argentina
L’Argentina espone uno striscione per Aguero (Getty Images)

Il Manchester City e la gloria

La consacrazione indubbiamente avviene col grande salto al Manchester City. Di lui s’innamorano tutti, di cui Pep Guardiola follemente. Non è un caso che nel giorno dell’addio forzato al calcio del Kun, l’allenatore abbia preso un aereo dall’Inghilterra alla Spagna soltanto per essere presente. In 10 anni di Premier League ha finito per essere probabilmente il calciatore più amato e acclamato dai Citizens, e i murales a lui dedicati, tra le tante manifestazioni, ne sono una grande dimostrazione. Il Kun ha contribuito a scrivere la storia del City e a cambiare quella della Premier. 390 e 260 gol con 73 assist: Agüero è il quarto calciatore ad aver siglato il maggior numero di reti nel calcio inglese e lo straniero più profilico di sempre, e chiaramente il più vincente della storia del Manchester City.

Non sembra esserci spazio per i rimpianti eppure qualche difficoltà non è mancata: i problemi fisici innanzitutto, non aver potuto trionfare oltre la Copa America con la Nazionale maggiore ed essere arrivato al Barcellona proprio nell’anno della cessione di Messi, l’amico del cuore. Non ha potuto fare nulla per il Barcellona, eppure il destino ha voluto che la sua unica rete in blaugrana sia stata proprio contro il Real Madrid. 

L’ultima partita disputata da Agüero è stata lo scorso 30 ottobre del 2021. Il giorno del compleanno di Diego Armando Maradona. Al 41’ si è toccato il torace ed è uscito dal campo. Una carezza dolorosa, prima di capire che avrebbe dovuto fermarsi per sempre. Non è stato un caso: il cuore ha scelto di cominciare, il cuore ha deciso di smettere.