Italia in crisi e senza Mondiale? L’ennesimo annuncio gela Gravina

Mentre l’Italia calcistica vive da spettatrice i Mondiali arrivano dichiarazioni che rischiano di demoralizzare tutto il movimento.

Il mese che gli appassionati di calcio di tutto il mondo stanno vivendo è decisamente particolare. I Mondiali di Qatar 2022 in scena in inverno hanno sospeso i campionati e spostato l’attenzione dei fan, qualcosa che in Italia però non è stato vissuto nel migliore dei modi. La Nazionale azzurra, pur campione d’Europa, ha mancato per la seconda volta la rassegna iridata. E teme per il futuro dell’intero movimento calcistico.

Gabriele Gravina Italia
Il presidente della FIGC Gabriele Gravina (LaPresse)

Se la Serie A deve fare i conti con i prossimi pagamenti attesi dall’Agenzia delle Entrate, è l’intera Italia calcistica a interrogarsi su come sarà il domani. La scialba sconfitta rimediata in amichevole con l’Austria ha demoralizzato i tifosi, che faticano a essere ottimisti in vista delle prossime qualificazioni a EURO 2024. E che devono registrare anche le dure parole di un importante esponente del movimento.

Andrea Agnelli, presidente della Juventus che tanti giocatori ha fornito alla causa della Nazionale, si è infatti espresso sull’utilizzo delle seconde squadre in una tavola rotonda organizzata al Next Gen Day dallo stesso club bianconero. Un meeting che ha visto presenti anche Gabriele Gravina, presidente FIGC, il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli, il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini e il presidente della AIC Umberto Calcagno.

Andrea Agnelli Juventus
Il presidente della Juventus Andrea Agnelli (LaPresse)

Italia in crisi? Agnelli sulla seconda squadra: “Non siamo una ONLUS”

L’idea di dare vita alle seconde squadre si è concretizzata all’indomani dell’eliminazione dai Mondiali di Russia 2018. Si trattava di dare spazio in “squadre B” dei top club a tanti giovani che avrebbero potuto poi migliorare la squadra primaria e crescere anche in ottica Nazionale. Un progetto a cui però ha aderito soltanto la Juventus.

Così Andrea Agnelli non si è risparmiato: “Le seconde squadre sono molto importanti, non solo a livello tecnico ma anche economico. Aiutano la sostenibilità. Ci permettono di creare giocatori in casa, giocatori che poi vanno anche in Nazionale come Miretti e Fagioli“.

Un progetto “vincente, ma che sapevamo avrebbe dato i propri frutti dopo un periodo compreso tra i 3 e i 5 anni” e che del resto è in linea con la storia del club. “Guardate quanti giocatori nella storia sono saliti dal settore giovanile alla prima squadra della Juventus” afferma Agnelli prima di precisare però che “non siamo una ONLUS, non lo facciamo per l’Italia”.

Parole chiare, che indicano la richiesta di un cambiamento: “Servono anche le condizioni, con le seconde squadre i giovani migliorano e crescono. Ma se la seconda squadra retrocede cosa succede? Dove mettiamo i giocatori? Perché alle assemblee di Lega Pro (dove gioca la seconda squadra della Juventus NdR) non abbiamo diritto di voto?”.

Insomma, la Juventus continuerà il suo progetto legato alla squadra B. E continuerà a tirare fuori giocatori, quando possibile, utili per la maglia bianconera e quella azzurra. Ma il messaggio è chiaro: qualcosa deve cambiare anche intorno alla situazione delle seconde squadre.