Qatar 2022, la caduta delle grandi: da Belgio e Germania arriva una lezione

I Mondiali di Qatar 2022 stanno regalando esiti impensabili: fuori Belgio e Germania, due delle big del calcio.

Quale logica si nasconde dietro la caduta delle grandi in Qatar nel giorno inaugurale di dicembre? Dopo il Belgio, scacciato via da Marocco e Croazia clamorosamente come la rete mancata da Romelu Lukaku nel match decisivo contro i croati, un’altra big del mondo prende l’aereo per lasciare Doha: è la Germania.

Lukaku disperato per la rete mancata
L’analisi dell’eliminazione dai Mondiali di Belgio e Germania (LaPresse)
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Già niente può più sorprendere dopo che la seconda Nazionale al mondo nel Ranking FIFA vince una sola partita ai gironi. Eppure se crederci è complicato, trovare una spiegazione che sia una sola e valida è ai limiti dell’impossibile. Il calcio sfugge alla matematica così come altrettanto spesso sfugge agli schemi tattici e alla preparazione tecnica.

Cade il Belgio e il Ct Martinez si dimette nell’immediato, due ore dopo la Germania pende dalla labbra degli errori del Costa Rica, che si lascia sfuggire il risultato e viene sconfitto per 4-2 dai tedeschi, in rimonta. Ci pensa il Giappone a giocare al salva tutti e con Doan e Tanaka ribalta l’illusione firmata da Alvaro Morata all’11’: vince contro la Spagna per 2-1 e sale in testa al girone. La Spagna a 4 punti come la Germania passa per il rotto della cuffia grazie alla differenza reti. A casa il coraggioso Cosa Rica di Keylor Navas.

Tejeda segna contro la Germani
Germania fuori dai Mondiali di Qatar 2022: l’analisi (LaPresse)
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Qatar 2022, pazzo Gruppo E: Germania eliminata, Giappone in testa

“Vincere gli Europei è più che vincere i Mondiali. Tolto il Brasile, tutto il meglio sta qui”, diceva durante EURO2020 il belga Thomas Meunier. Pare che il calcio abbia una lungimirante vendicativa memoria e ha atteso che Qatar 2022 arrivasse per togliersi un sassolino dalla scarpa. Evidentemente “il meglio che sta qui” in parte ha patito una condizione fisica meno prestante, dovuta al fatto che i campionati europei abbiano avuto dei ritmi serrati e intensi fino ai Mondiali. Ma la verità principale è che le favole esistono e soprattutto esiste la grande organizzazione delle squadre, consapevoli dei mezzi tecnici inferiori, che tirano fuori grande orgoglio, appartenenza e infinita voglia di rivalsa.

È curioso pensare che il Costa Rica abbia vinto una sola delle tre sfide del Gruppo E, ovvero quella contro i vincitori del girone, il Giappone. Questi stessi hanno asfaltato la Germania e sostenuto fino alla fine la pressione della Spagna, che ha dimostrato il gioco più affascinante insieme a Portogallo e Brasile. Giappone-Croazia e Marocco-Spagna saranno i due ottavi di finale. Tutto sommato a La Roja perdere è convenuto, almeno sulla carta. Eppure sarebbe il caso che le big cominciassero a fare meno calcoli e a sottovalutare di meno le avversarie dal blasone contenuto. I Mondiali non sono i campionati, non durano una stagione. Non vanno oltre i 30 giorni, per chi arriva fino in fondo, e in campo aperto come in tutte le finali conta il genio sì, il talento molto, il cuore di più.