Milan, perchè De Ketelaere è ancora un oggetto misterioso

De Ketelaere al Milan è ancora un oggetto misterioso, le parole di Pioli al club di Caressa su Sky spiegano le motivazioni.

Il bilancio di De Ketelaere al Milan è misero: un solo assist a Leao per il gol contro il Bologna. Molto poco considerando l’investimento estivo, i 34 milioni di euro e il clamore estivo che finora ha prodotto il boomerang degli sfottò sui social. La spirale negativa ha coinvolto anche la sua partecipazione al Mondiale in cui ha giocato solo quindici minuti nella gara persa dal Belgio contro il Marocco. La domanda da porsi è perché De Ketelaere al Milan è ancora un oggetto misterioso?

Le parole di Pioli al club di Caressa su Sky Sport tracciano la strada: “De Ketelaere è un centrocampista che deve svariare. È bravo a inserirsi tra difensore e terzino. In Belgio giocava da solo, si muoveva senza collaborare. Ora deve leggere gli spazi occupati dagli altri. Ma sono convinto possa fare bene”.

De Ketelaere con la faccia sconsolata
De Ketelaere con la faccia sconsolata (LaPresse)

De Ketelaere deve ancora diventare “grande”: dall’anarchia all’armonia

Ho visto De Ketelaere per la prima volta nel torneo di Viareggio del 2019, nel Club Brugge che eliminò Milan e Inter e si fermò soltanto in semifinale ai rigori contro il Bologna che poi vinse il torneo. Faceva il centrocampista centrale, illuminando il gioco con una creatività leggera, anche un po’ anarchica che addolciva l’anima al cospetto dei tatticismi che in Italia si portano in maniera eccessiva anche nel pallone dei ragazzini.

L’ho rivisto un anno e mezzo dopo, in Champions League contro la Lazio. Quella libertà “scanzonata” di inventare tracce di gioco anche senza palla era proiettata qualche metro più avanti, da trequartista o da punta centrale. In quella Champions chiuse il girone con due gol e due assist, tutti nella doppia sfida contro lo Zenit San Pietroburgo.

De Ketelaere ha fatto spesso il centravanti di manovra al Club Brugge, ha accumulato complessivamente 48 presenze al centro dell’attacco e nella scorsa stagione, quando è stato impiegato ancora di più in quel ruolo, ha segnato diciotto reti stagionali.

Il Milan è moderno, contano le funzioni e l’equilibrio

Al di là della posizione occupata, contano le funzioni nel calcio moderno in cui il Milan è pienamente inserito con Pioli che in questi anni ha sviluppato tanti principi interessanti: gli esterni bassi che vengono dentro al campo, le rotazioni dei centrocampisti che vengono a proporsi per aiutare la prima costruzione, l’attacco della metà campo avversaria con cinque uomini.

De Ketelaere non era abituato a schermare il play avversario, ad alternarsi con i compagni per la pressione sui difensori, a farlo in maniera coordinata, armonica. Il Milan ha vinto lo scudetto con l’equilibrio, con un centrocampista in più come Kessie o Krunic in tante partite, così ha costruito la striscia di sei vittorie consecutive con cui ha chiuso il campionato, durante le quali ha subito soltanto due reti. L’equilibrio non rappresenta necessariamente una strategia conservativa, il Milan aggrediva in maniera compatta, difendeva spesso andando in avanti e non indietro.

Brahim Diaz, dopo le difficoltà della seconda parte della scorsa stagione, si è adeguato, sta lavorando in maniera più associativa in tutte le fasi di gioco, rispetto a De Ketelaere gli riesce più facile per caratteristiche e scuola calcistica.

De Ketelaere si dispera dopo un gol sbagliato
De Ketelaere nervoso dopo un gol sbagliato (LaPresse)

Pioli spera che De Ketelaere faccia come Tonali e Leao

Ce la farà De Ketelaere a ritrovarsi? Non lo sappiamo, la storia è piena di giocatori di talento che in certe squadre non sono riusciti ad emergere. Basta pensare a Kluivert al Milan e Henry alla Juventus.

Il Milan è coerente, non perde la sua identità. Ha vinto lo scudetto con il quarto monte ingaggi della serie A perché sa lavorare con il tempo. In passato non l’ha fatto bene e vengono fuori i rimpianti come Locatelli.

Maldini e Massara non cedono Kulusevski per pagare Di Maria per una sola stagione ma strappano ad un mondo impaziente il diritto d’aspettare. È accaduto per Tonali, Leao, Kalulu al centro della difesa mentre dall’esterno s’invocava l’acquisto di un centrale.

Il prossimo successo contro la fretta sarà De Ketelaere? Al terreno di gioco, che non mente mai, l’ardua sentenza. La convinzione del Milan passa per le parole di Pioli: Penso a Tonali e Leao, su entrambi ci sono stati grandi dubbi. Dopo l’estate sono tornati e ho detto ‘Cavolo, sono fenomeni’. Forse gli serviva tempo per metabolizzare perché non è facile ricevere tante informazioni”