Non si può non tifare Marocco. E ora chi compra Ronaldo?

Gli africani sono già leggenda e non devono accontentarsi. Addio a un Cristiano triste, solitario y final

Il Mondiale è una competizione unica perché ogni sua partita può diventare un pezzo di storia che milioni di persone ricorderanno per tutta la vita. Il Marocco ne ha vissuti già cinque, e la sensazione è che possa continuare. Una squadra capace di eliminare Spagna e Portogallo deve godersi il momento leggendario, ma non “accontentarsi” di essere la prima africana a raggiungere una semifinale. Non desiderare di vederli sollevare il trofeo, per chi è spettatore neutrale come (ormai abituatissimi al ruolo) siamo noi italiani, è impossibile.

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Il Marocco batte il Portogallo, le lacrime di Ronaldo (LaPresse) SerieANews.com

La clamorosa storia dei ragazzi di Regragui è cominciata ad agosto, dopo l’addio di Halilohdzic, ed è senza alcun dubbio la più bella di Qatar 2022. Il tecnico aveva a disposizione una grande dose di talento, ma è stato straordinario nel creare in pochissimo tempo un blocco unito, organizzato, che sa chiudersi meglio di tutti in questo Mondiale e ha le armi per far male appena ha un po’ di spazio. Aguerd, Bono, Hakimi, Amrabat, Ziyech ed En-Nesyri sono i leader di un gruppo solido, ennesima conferma che nel calcio, quando le idee sono chiare, tutti rendono oltre le loro possibilità.

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Ronaldo in lacrime dopo la sconfitta col Marocco (LaPresse) SerieANew.scom

Il rovescio della medaglia oggi sono le lacrime di Ronaldo. Ci sarà da discutere, e tanto, sulle scelte di Santos, ma le polemiche non potranno cancellare il triste declino, ora inesorabile, di uno dei calciatori più forti di ogni tempo. Ronaldo è stato scaricato dallo United, di cui ha detto peste e corna, dai portoghesi (che hanno chiesto in massa di escluderlo dai titolari) e, infine, dal suo ct. Il pianto disperato al termine della gara è quello di un uomo che sta rinunciando a un sogno che resterà ossessione e che, invece, può coronare Messi, il suo eterno rivale, mai stato così ‘jefe’ dell’Argentina.

L’ex juventino sperava ancora di trovare un club in Europa disposto ad assumersi la responsabilità economica del suo acquisto (del quale a Torino ormai sono in pochi a non essersi pentiti) e, soprattutto, gli imprevedibili annessi e connessi fuori dal campo. Nel mondo del calcio si sussurra che l’intervista fiume con Morgan gli ha chiuso definitivamente le porte dei top club. Ora, probabilmente, lo attende la pensione più ricca mai percepita da un essere umano, in Arabia Saudita. Una gabbia d’oro nella quale dovrà lenire il dolore che il 10 dicembre 2022 gli causerà per sempre. Triste, solitario y final.

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