Vlahovic e la nostalgia di Allegri: c’è un dato che spiega il fallimento di Motta e Tudor

Una stagione da dimenticare per l’attaccante serbo alla Juventus: altro che Thiago Motta, il bomber quasi rimpiange il “difensivista” Allegri

Dusan Vlahovic a capo chino
Vlahovic e la nostalgia di Allegri: c’è un dato che spiega il fallimento di Motta e Tudor (Ansa Foto) – SerieAnews

Quarta in classifica, in piena lotta per l’Europa che conta. A due giornate dalla fine, la Juventus si gioca tutto. Basta guardare il calendario per capire quanto sia concreta la possibilità di staccare il biglietto per la Champions League: due vittorie, contro Udinese e Venezia, e il quarto posto sarà cosa fatta, senza dover guardare i risultati degli altri.

Una stagione complessa, segnata da un cambio in panchina e da momenti di tensione societaria, ma con un finale ancora tutto da scrivere. Peccato che, in mezzo a questo percorso tormentato, uno dei protagonisti più attesi sia rimasto spesso nell’ombra: Dusan Vlahovic.

Juve, una stagione deludente per Vlahovic

Non servono tanti giri di parole: quella del serbo è stata una stagione da dimenticare. Dopo aver deciso la finale di Coppa Italia un anno fa contro l’Atalanta — sembrava il suo momento di svolta — Vlahovic ha vissuto una parabola discendente che nessuno si aspettava. Doveva essere la stagione del riscatto, dell’esplosione definitiva.

Dusan Vlahovic si lamenta in campo
Juve, una stagione deludente per Vlahovic (Ansa Foto) – SerieAnews

Invece, si è rivelata tutt’altro: pochi lampi, tante partite sottotono, e quella sensazione costante di essere un corpo estraneo al progetto tecnico. Chi pensava che l’addio di Allegri avrebbe giovato al suo rendimento è rimasto deluso. Con Thiago Motta prima e Igor Tudor poi, l’ex bomber della Fiorentina ha continuato a faticare.

La doppietta a Lipsia, uno dei pochi momenti da ricordare, è rimasta un’eccezione più che un segnale. Perfino Tudor, qualche settimana fa, ha detto senza giri di parole: “Non si è sentito al 100% e non parte”.

Stagioni a confronto: il rendimento con Allegri spiega tutto

I numeri raccontano una storia che fa male. L’anno scorso, con tutte le difficoltà del caso, Vlahovic aveva chiuso con 18 gol in 38 presenze, 16 dei quali in campionato: secondo miglior marcatore dietro a Lautaro Martinez. Quest’anno, quando mancano solo due gare alla fine, siamo fermi a 14 reti in 39 partite. Meno incisivo, meno coinvolto, meno presente anche dal punto di vista emotivo.

Max Allegri e Dusan Vlahovic si abbracciano
Stagioni a confronto: il rendimento con Allegri spiega tutto (Ansa Foto) – SerieAnews

E se la Juventus ha tenuto botta fino ad oggi è più per la solidità difensiva che per la verve offensiva. In un attacco dove non si è mai vista una luce, Vlahovic non ha mai trovato davvero spazio per imporsi. Anzi, le sue difficoltà sono diventate il simbolo di una squadra ancora in cerca di identità.

Chi dopo Vlahovic? Le alternative sul tavolo

Il futuro sembra già segnato: a un anno dalla scadenza del contratto, la Juventus cercherà in ogni modo di monetizzare dalla sua cessione. Lo scenario ricorda da vicino quello vissuto con Federico Chiesa l’anno scorso. Ma c’è di più: con Kolo Muani destinato a tornare al PSG e Milik ai box da mesi, i bianconeri dovranno intervenire pesantemente sul mercato.

Tra i nomi sul taccuino di Giuntoli spiccano tre profili molto diversi ma accomunati da un elemento: la voglia di emergere. Il primo è Victor Osimhen, ma la trattativa è complessa e costosa. Più abbordabile, almeno in teoria, Rasmus Hojlund, che potrebbe rientrare in discorsi più ampi legati a possibili scambi.

Infine, occhio a Lorenzo Lucca, che dopo un’ottima stagione all’Udinese (e la squalifica contro la Juve) potrebbe rappresentare un’opzione interessante. A rendere tutto ancora più intrigante è il fatto che ogni strategia di mercato passerà da una sola, grande certezza: la qualificazione alla Champions League. Senza quella, certi nomi restano solo suggestioni.

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