Una trattativa sfumata, un rifiuto pesante e una situazione che rischia di esplodere. Il Napoli aspetta, ma intorno a Osimhen si alza di nuovo la tensione
Victor Osimhen ha rifiutato l’Al-Hilal. Stavolta definitivamente. Dopo settimane di rilanci, incontri, messaggi incrociati e promesse economiche fuori scala. Il club saudita era arrivato a presentare un’offerta da 75 milioni, dilazionata in tre rate.
Una proposta che pareggiava la clausola rescissoria e che il Napoli aveva accettato. Perché quella clausola, nella testa di De Laurentiis, è sempre stato un confine: chi lo supera può prendersi il numero 9, senza che lui dovesse neppure accettare. Invece così ha dovuto dire sì a un compromesso, per quanto piccolo. Ma in questo caso poco cambia. Il Napoli aveva detto sì. Il problema è che Osimhen ha detto no.
E questo no rischia di far ripartire un film già visto. Con un finale che nessuno vorrebbe.
È inevitabile: nella mente dei tifosi del Napoli, riemerge il ricordo dell’estate passata. Quando Osimhen cambiava idea ogni settimana, rilanciava offerte che piacevano solo a lui, e metteva pressione per far accettare proposte che al Napoli suonavano come una presa in giro.
Alla fine fu il club a imporsi, a tenerlo controvoglia e a trovare un compromesso invernale col prestito al Galatasaray. Un’operazione pensata più per limitare i danni che per rilanciare davvero il giocatore. E invece è andata anche bene: lui ha segnato, loro hanno vinto. Ma adesso tutto è di nuovo in discussione.
Il Galatasaray rivuole Osimhen, ma lui temporeggia
Il club turco è pronto a riprenderselo. Ha già presentato una proposta economica seria, concreta. Ma Osimhen prende tempo. Perché aspetta. Aspetta una chiamata dalla Premier League, magari uno squillo dello United o del Chelsea, qualcuno disposto a puntare su di lui con forza. Ma quella chiamata potrebbe anche non arrivare mai.
E intanto il Napoli resta bloccato, con un ingaggio pesante e una situazione difficile da gestire. Perché qui non si parla solo di vendere: si tratta di liberarsi di un peso. Un peso da 75 milioni. Chissà se dalla Premier qualcuno vorrà accollarselo.
La posizione del Napoli è chiara: la clausola è già stata abbassata la scorsa estate, da 120 a 75 milioni. Un segnale fortissimo. Ma ulteriori sconti non sono in programma. Chi vuole Osimhen, deve pagare. L’Al-Hilal ci ha provato, ha fatto tre rilanci, si è fermato a 75. Troppo tardi, forse. O semplicemente, troppo poco per convincere il diretto interessato.
E qui nasce lo scenario da incubo. Se nessuno si fa avanti con le condizioni richieste, e Osimhen continua a rifiutare, si rischia un déjà vu. Con un mercato in entrata bloccato, un ingaggio da gestire, e un giocatore fuori progetto ma ancora sotto contratto. Lo stesso schema dello scorso anno. E se si dovesse arrivare a fine agosto senza una soluzione, De Laurentiis potrebbe fare di nuovo muro: fuori rosa, anche per un anno intero, se serve.
Una mossa che conviene a qualcuno? No. Né al Napoli, né a Osimhen. Ma non è esclusa. Perché se il giocatore continuerà a ragionare come se avesse in mano il coltello dalla parte del manico, il club potrebbe rispondere con la stessa fermezza di dodici mesi fa. Anche a costo di rimetterci. In situazioni del genere, servirebbe solo una cosa: un po’ di buonsenso. Ma quello, quando entrano in gioco gli ego, è sempre l’ultimo a presentarsi.