Non tutte le idee pazze sono destinate a finire nel cassetto. A volte basta una combinazione giusta, un jolly che nessun altro possiede, e il sogno prende forma
L’idea che Viktor Gyokeres possa davvero andare al Milan è parecchio acrobatica, diciamolo subito. Ma da qualche giorno sta prendendo piede, in punta di piedi, nei meandri del radiomercato. Non è per niente semplice portare un calciatore del genere in Serie A, tantomeno al Milan di oggi. Ma il punto è che oggi, rispetto a un mese fa, il Milan è un altro.
La rifondazione è iniziata. E non una qualunque: una rifondazione orchestrata da Igli Tare, uno che di mercato ne capisce e che, nel silenzio generale, sta già piazzando mezza rosa fuori progetto. E non solo piazzando: monetizzando. Più di quanto ci si aspettasse, più di quanto il Milan sperasse. Da qui nasce la possibilità di costruire davvero una squadra nuova. E, una volta sistemati tutti i pezzi, perché no: magari anche provare a prendere un attaccante da settanta milioni.
Sì, proprio lui: Gyokeres. Che non è solo il centravanti dello Sporting, ma anche uno dei nomi più chiacchierati in Europa, soprattutto in Premier. Dove però, al momento, non sembrano affondare. Il Napoli ha virato con decisione su Darwin Nunez, la Juventus – che pure lo aveva messo nel radar – non pare avere, almeno oggi, le disponibilità economiche per chiudere l’affare.
E così entra in scena il Milan. Che al momento è il club italiano che sta facendo più soldi dalle cessioni. Che sta sfoltendo per poi ricostruire. Che sta lavorando per plasmare la rosa a immagine e somiglianza di Massimiliano Allegri. E una rosa a immagine e somiglianza di Allegri ha bisogno, per definizione, di un numero 9 vero. Uno che la porta la vede, e spesso.
Milan, Gyokeres si può? Zlatan Ibrahimovic ci mette del suo
Sempre più probabilmente, questo 9 non sarà Dusan Vlahovic. Perché l’ingaggio è troppo alto, e lui non ha nessuna intenzione di rinunciare nemmeno a un euro. Quindi, a Milanello è nata questa suggestione: un po’ pazza, un po’ borderline, ma se il contesto lo permette, nemmeno così assurda. Le condizioni? Due, semplici da elencare: che la pista Premier si raffreddi per davvero, e che il Milan sia disposto a mettere sul tavolo una cifra importante: almeno 70 milioni allo Sporting, più un ingaggio da 7-8 milioni netti a stagione.
Se si arriva a quel punto, l’affondo può partire. Anche perché il Milan, un piccolo jolly in tasca, ce l’ha. Non vale per l’economia dell’affare, certo, ma può contare su un’arma che nessun altro ha: Zlatan Ibrahimovic. Che – parole di Furlani – non decide le strategie sportive, ma sta lì, in società, con un ruolo ibrido che fa da ponte tra proprietà, dirigenza e spogliatoio.
Gyokeres ha più volte detto che Zlatan è stato il suo idolo da bambino. E da quando ha ereditato il suo ruolo in nazionale, con tanto di Pallone d’Oro svedese in bacheca, quel legame si è solo rafforzato. È ovvio che non basta una chiacchierata con Ibra per chiudere una trattativa da decine di milioni. Ma nel caso in cui il Milan dovesse giocarsela con un club “intermedio”, non una big inglese ma una rivale europea alla pari, ecco, lì la voce di Zlatan può davvero fare la differenza.
Gyokeres al Milan è ancora difficile. Ma non è più impossibile. E in un’estate in cui il club rossonero sembra davvero intenzionato a tornare in alto, sognare, per una volta, non è peccato.